Nasce la filiera del latte del Lazio. Con un sito internet, una campagna di comunicazione diretta ai consumatori, e un accordo che riunisce insieme produttori, trasformatori e organizzazione agricole, il progetto “Filiera del latte del Lazio” vuole promuovere la qualificazione della filiera regionale del latte, l’importanza del suo apporto nutrizionale e la valorizzazione del territorio, del paesaggio agrario e delle competenze produttive di questo settore. Si vuole dunque raccontare al consumatore le qualità di questo prodotto, in un contesto che negli ultimi anni ha visto una generale flessione di vendite di latte e derivati in tutta Italia – e il Lazio non ha fatto eccezione.

filiera latte lazio“Per la prima volta – informa una nota – Produttori, Aziende della trasformazione e Organizzazioni professionali agricole intraprendono un percorso comune per raccontare al consumatore la qualità del latte crudo bovino “made in Lazio” e di tutti i prodotti derivati attraverso la trasformazione industriale, utilizzando le evidenze scientifiche fornite dai contributi di autorevoli esperti della nutrizione e della medicina”. Il documento ha il patrocinio della Regione Lazio ed è stato firmato da quattro dei più importanti stabilimenti di trasformazione del latte – Centrale del Latte di Roma, Fattoria Latte Sano, Ipa Latte di Nepi, Centrale del Latte di Rieti – dalle principali Cooperative di raccolta latte, in rappresentanza di circa 450 aziende agricole, dalle maggiori Organizzazioni professionali agricole regionali (Cia – Agricoltori Italiani Lazio, Coldiretti Lazio, Confagricoltura Lazio) e da Unindustria Lazio, in qualità di soggetto promotore che per primo lo scorso anno ha ipotizzato una risposta di filiera alle criticità del settore.

I numeri raccontano che negli ultimi otto anni in Italia, con la crisi economica, c’è stato un continuo calo nelle vendite dei prodotti lattiero caseari. La riduzione dei volumi di latte è stata del 6% l’anno negli ultimi due anni, in cinque anni si è perso circa un quarto del mercato, e il consumo di latte procapite è sceso da 52 a 47 kg a persona. Non solo per la crisi economica, dicono i promotori della campagna: “Le ragioni di questa diminuzione dei consumi sono state inizialmente imputate a una maggiore propensione al risparmio delle famiglie impoverite dalla crisi, più attente a calmierare l’acquisto di prodotti freschi per prevenire i possibili sprechi legati alla loro deperibilità. In seguito sono intervenuti nuovi fattori, come la diversificazione delle abitudini legate alla prima colazione e la progressiva demonizzazione del latte fresco, identificato in maniera crescente come fonte di allergie”. Nel calo di consumi il Lazio non fa eccezioni, anche se rimane un mercato molto vivace perché da solo assorbe il 10% della domanda italiana di latte fresco. Nel 2016 la flessione dei consumi è stata superiore alla media nazionale, sia per il latte fresco (-7,%), sia per il latte UHT (-4%).

“La valorizzazione del latte fresco è essenziale per garantire un futuro al sistema della zootecnia del Lazio”. – ha detto l’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, Carlo Hausmann – “Gli strumenti scelti dall’accordo di filiera lattiero-casearia sono molto importanti, sia per costruire delle solide basi di educazione alimentare, facendo recuperare alla produzione del latte di qualità un giusto spazio di mercato, sia per rafforzare il legame tra i territori e il prodotto latte attraverso la creazione della “Strada del latte e dei formaggi” permanente nel Lazio. Grazie a questo accordo, inoltre, si arricchisce l’importanza delle fattorie didattiche che potranno proporre ai consumatori non soltanto visite aziendali, ma veri e propri momenti di educazione alla conoscenza del latte e all’importanza della qualità e tracciabilità del prodotto”.


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latte1Il progetto di filiera (aperto a nuove adesioni) impegna le aziende agricole partecipanti al rispetto rigoroso dei requisiti sanitari per la produzione del latte crudo, così come delle norme sul benessere animale, e disciplina l’introduzione di riferimenti territoriali in etichetta da parte delle industrie della trasformazione, sia per il latte fresco convenzionale, di alta qualità e biologico a proprio marchio, sia sui prodotti caseari e derivati del latte. Inoltre, il documento fissa un piano di azioni da sviluppare congiuntamente per informare il consumatore e orientarlo verso una scelta di acquisto consapevole mediante l’attivazione di strumenti di comunicazione finanziati direttamente dagli stessi soggetti promotori della campagna. C’è un sito web – www.filieralattelazio.it – che rappresenta una guida digitale per scoprire le virtù alimentari del latte fresco. Per rilanciare il consumo di latte verrà inoltre avviata una campagna di comunicazione con lo slogan “Filiera Latte del Lazio. Buono, per tutti”.

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