
Alcol e bravate sui social network, Adoc lancia allarme su “neknomination”
Difficile chiamarlo un gioco: si bevono alcolici fino a stordirsi, poi si compie una qualche bravata e si sfida un amico a fare altrettanto e postare il tutto sui social network, pena la messa alla berlina. Si chiama “neknomination” un fenomeno che si sta diffondendo fra i giovani e che ha effetti pericolosissimi: si contano già dieci vittime in tutto in mondo, secondo quanto riporta Panorama. Adoc: “importante tenere d’occhio i contatti e i contenuti con i quali il minore si intrattiene”.Spiega il settimanale: “Le regole sono semplici: dopo essersi attaccati al collo (neck, in inglese) della bottiglia, si posta in rete il video della propria bravata e si sfida un amico (nomination) a inventarsene e metterne in pratica una ancora più estrema. Pena, l’umiliazione del nominato sui social network. La posta è alta: in gioco c’è la vita”.
Per il momento il fenomeno sembra diffuso soprattutto all’estero, ma considerata la velocità con cui certe tendenze si diffondono, l’Adoc lancia l’allarme, preoccupata dall’espansione di un “gioco alcolico” che sta spopolando sui principali social network e che tira in ballo in particolare gli under 18, con il grave rischio di una diffusione dell’alcolismo tra i più giovani. Per questo l’associazione richiede un intervento attento del Ministero della Sanità.
“L’uso distorto della rete e dei social network rischia di generare “mostri” come il gioco alcolico “neknomination” – dichiara Lamberto Santini, presidente dell’Adoc – un gioco che impatta principalmente sugli utenti più giovani, in particolare gli under 18, favorendo la diffusione dell’alcolismo. Come Adoc crediamo che debba essere posto un freno al dilagare di questo gioco, coinvolgendo in prima battuta le famiglie ma anche il Ministero della Sanità”.
Secondo Santini, “le possibili soluzioni alle quali un adulto può ricorrere per arginare il rischio che il minore si imbatta in contenuti non adeguati sono molteplici: è importante tenere d’occhio i contatti e i contenuti con i quali il minore si intrattiene e dargli modo di rivolgersi, se necessario, all’adulto di riferimento, aprendo la strada a un dialogo, per responsabilizzarlo nell’utilizzo della rete, per aiutarlo a sviluppare un senso critico nei confronti di ciò che vede online, per spiegargli i possibili rischi ai quali potrebbe essere esposto e per incoraggiarlo a segnalare eventuali contenuti che potrebbero turbarlo”.
