Agnelli a Pasqua, la mobilitazione degli animalisti (Foto Pixabay)

Con la campagna social A Pasqua salva una vita. E già che ci sei salvala sempre l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ci invita a ridurre la consumazione di agnelli. Si rinnova in questo modo l’appello delle associazioni animaliste che invitano ad abbandonare la tradizione del consumo di carne di agnello a Pasqua – come fa ad esempio Essere Animali.

È di questi giorni la notizia di un furgone multato sull’A1 dalla polizia stradale per il trasporto di agnelli senza possibilità di accesso all’abbeveratoio (destinati a finire poi sui nostri piatti). L’irregolarità, costata 2.000 euro, non è bastata a distogliere l’attenzione dalle criticità con cui vengono trattati questi animali, soprattutto durante il periodo di festività ad alto consumo.

 

 

Etica vs Tradizione

L’Italia è un paese che affonda le sue radici nelle tradizioni, talvolta religiose, talvolta pagane. Certo è difficile sradicarle e probabilmente sono proprio le tradizioni ad arricchire il nostro patrimonio culturale.

D’altro canto, ormai è diventato inopportuno chiudere gli occhi davanti a certe manifestazioni violente di cui fortunatamente abbiamo sempre più consapevolezza: la mercificazione degli agnelli, nelle sue varie fasi, esprime una crudeltà che va contro ogni etica.

L’associazione animalista Essere Animali si unisce all’appello di Oipa ricordando alcuni dati interessanti: in Italia dal 2010 al 2016 le macellazioni di agnelli sono diminuite quasi del 50%, ma da allora sono stabili. Ogni anno, inoltre, in Italia sono macellati oltre 2 milioni di agnelli, 375 mila solo a ridosso delle festività pasquali.

Le alternative alla carne sono molte, ricorda inoltre Oipa, e l’alto consumo porta con sé anche evidenti impatti ambientali negativi.

«Le immagini diffuse dalle associazioni a tutela degli animali hanno determinato negli ultimi anni una sensibilizzazione e sempre più persone scelgono di non acquistare carne d’agnello, le cui vendite sono in costante calo – osserva il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – Noi invitiamo a riflettere anche su quel che accade a tutti gli altri animali d’allevamento che soffrono allo stesso modo, ma se i carnivori intanto eliminassero l’agnello dalle tavole pasquali sarebbe già il primo passo verso un’alimentazione etica».


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