Acqua, negli ultimi 5 anni aumenti a 3 cifre
Nel 2011 rispetto al 2010, le tariffe idriche sono cresciute su base nazionale in media del 5,8%, con oltre 70 città che hanno visto ritoccate all’insù le tariffe, in 11 casi con aumenti a due cifre. Se guardiamo agli ultimi 5 anni i rincari sono spaventosi: il record nazionale spetta a Lecco dove la bolletta, dal 2007 al 2011, è aumentata del 126%. E’ quanto emerge dall’annuale indagine realizzata dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva. On line su www.cittadinanzattiva.it il dossier con gli approfondimenti regionali.In un anno una famiglia sostiene in media una spesa di 290€ per il servizio idrico integrato. “Quando si parla di infrastrutture necessarie per rilanciare il Paese, occorre pensare all’urgenza che rivestono le grandi opere legate al servizio idrico, ad iniziare dagli acquedotti, non fosse altro che per arginare l’enorme spreco di una risorsa che non è né illimitata né a costo zero per la collettività, come l’escalation delle tariffe dimostra. Da questo punto di vista, ci aspettiamo molto dal lavoro dell’Autorità alla quale da poco sono state attribuite competenze in materia di servizi idrici. Cittadinanzattiva le consegnerà con piacere i propri studi di settore convinta che possano risultare utili all’Autorità, chiamata quanto prima a definire e a far rispettare ai gestori dell’acqua una diretta relazione tra investimenti, standard di qualità del servizio e costi in bolletta” ha commentato Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva.
Le regioni centrali si contraddistinguono in media per le più elevate tariffe applicate al servizio idrico integrato. La Toscana, con ben 7 città tra le prime 10 più care, si conferma la regione con le tariffe mediamente più alte (431€). Costi più elevati della media nazionale si riscontrano anche nelle Marche (379€), in Umbria (371€), in Emilia Romagna (369€) e in Puglia (353€).
Elevate differenze esistono anche all’interno delle stesse regioni. Ad esempio, in Sicilia tra Agrigento e Catania intercorre una differenza di ben 255€. Altri esempi di simile portata si riscontrano in Toscana, Liguria, Veneto, Marche, Lombardia, Friuli, Piemonte ed Emilia Romagna.
E le Organizzazioni dei consumatori cosa fanno davanti a tale disastro, provocato negli anni dalla dissennata politica di carrozzoni politicizzati che loro stesse hanno voluto appoggiare e mantenere in vita con il famigerato referendum?. E’ vero che l’acqua è di tutti, ma proprio per questo va data in gestione , senza paraocchi pregiudiziali, a chi ha mezzi e competenze per farlo e far finire gli sprechi di soldi regalati ad una politica dissennata, a mantenere personale deresponsabilizzato che continua a perpetuare il colabrodo di soldi pubblici “letteralmente rubati ai cittadini impotenti davanti alla moltiplicazione delle tariffe” e di acqua buttata al vento.Dove sta la vera ecologia? E l’onestà intellettuale di accettare la verità?