
Acqua inquinata in Molise, ammessa class action
La battaglia dei cittadini molisani contro l’acqua inquinata ha raggiunto un importante obiettivo: il Tribunale di Roma ha ammesso, con due ordinanza depositate il 2 maggio scorso, la class action sull’acqua contaminata da trialometani promossa nel 2011 da Italia dei Valori, Federconsumatori, Arco Consumatori e Lega Consumatori. I giudici hanno ritenuto fondate le richieste in relazione ai Comuni di Montenero di Bisaccia e Petacciato (Campobasso).
Nel complesso si chiede il risarcimento dei danni subiti da circa 80.000 molisani, residenti in 8 Comuni, rimasti senza acqua potabile durante le festività natalizie del 2010, a causa della presenza di trialometani in quella erogata dai rubinetti.
Si tratta di un provvedimento abbastanza eclatante. ”La causa è stata considerata fondata – spiega l’avvocato Domenico De Angelis che ha promosso la class action – e i Comuni saranno condannati a risarcire non solo chi già aveva aderito alla class action, ma anche chi lo farà nei termini previsti”.
Il Tribunale di Roma, per la prima volta in Italia, ha ritenuto fondata la domanda di condanna alle restituzioni per tutti gli utenti del servizio non avendo potuto costoro fruire del servizio idrico per i mesi di dicembre 2010 e gennaio 2011 ed ha disposto, inoltre:
- che devono ritenersi inclusi nella classe e possano aderire all’azione tutti i soggetti titolari di un contratto di somministrazione idrica con i Comuni di Montenero di Bisaccia e Petacciato nel periodo 28.12.2010/3.1.2011;
- la pubblicazione del provvedimento, a cura e spese delle parti proponenti su “Il Messaggero”, “Corriere della Sera” e “La Repubblica”;
- la fissazione di un termine per il deposito degli atti di adesione presso la cancelleria del Tribunale;
- la trasmissione delle ordinanze al Ministero dello Sviluppo Economico per le ulteriori forme di pubblicità di competenza.
“Si tratta di una pronuncia di grande rilevanza collettiva i cui principi, in caso di esito positivo del giudizio, potranno essere estesi a tanti casi e situazioni analoghe su tutto il territorio nazionale” – ha affermato Claudio Belli, presidente nazionale AGIT e patrocinatore della controversia – “Le ordinanze del Tribunale di Roma aprono degli spazi di tutela inediti per tanti cittadini che, senza lo strumento della class action, hanno dovuto subire passivamente, in questi anni, fenomeni di inquinamento e pagare egualmente il canone idrico. In ogni caso va rilevato – ha sottolineato Claudio Belli – che, al di là del valore economico della controversia, la forza di questo tipo di azioni è la valenza deterrente che esse assumono in funzione di tutela degli interessi e della salute della generalità dei cittadini”.
