Abi, Patuelli: “L’alternativa è fra nuova Europa e neo nazionalismo”
“Le banche in Italia stanno facendo grandi sforzi e progressi per la ripresa”: così il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli ha aperto oggi la relazione annuale dell’Abi. I numeri diffusi dall’Abi dicono che “le banche in Italia hanno affrontato le crisi bancaria sopportando alti costi”, pari a circa 12 miliardi di euro. Sulle crisi bancarie, poi, Patuelli ha aggiunto: “Le banche sane sono moralmente parte civile, avendo subito i danni dalle crisi bancarie altrui”. Forte il richiamo verso un maggior impegno in Europa e la necessità di evitare di finire in un “nazionalismo mediterraneo”.
“Le sofferenze, al netto degli accantonamenti, sono ridotte a circa 50 miliardi rispetto ai 90 del picco del 2015. I crediti deteriorati netti sono 135 miliardi rispetto ai 200 di giugno 2015. Proseguiamo in questi sforzi – ha detto Patuelli – Però ogni aumento dello spread impatta su Stato, banche, imprese e famiglie, rallentando la ripresa. I prestiti a famiglie e imprese incrementano di oltre il 2% su base annua. Aumentano anche nel Mezzogiorno che ha bisogno di strategie di più forte sviluppo che utilizzino i tassi infimi che sono un’occasione storica per famiglie e imprese. Le banche in Italia hanno affrontato le crisi bancarie sopportando alti costi: circa 12 miliardi per i salvataggi e per nuovi fondi europei e nazionali di garanzia. Chiediamo che le norme dispongano che ciascuna banca debba contribuire ai Fondi di garanzia di cui può teoricamente usufruire e non ad altri”.
Nel discorso del presidente Abi c’è il richiamo a un maggior impegno in Europa e alla necessità di evitare di finire nei “gorghi di un nazionalismo mediterraneo”. Per evitare tutto questo è necessaria una spinta verso “un’Unione bancaria con regole identiche”. Sostiene Patuelli: “Da anni sosteniamo che l’alternativa è fra nuova Europa e neo nazionalismo. Occorre una svolta nell’Unione Europea con obiettivi ambiziosi di crescita che la riguardino tutta”.
Per l’Italia, prosegue il presidente Abi, “il peso maggiore della crisi l’hanno sostenuto le banche, compresse dalla crisi, da tassi infimi e da norme in continuo mutamento, talvolta anche da eccessi di burocratizzazione che non servono all’Europa. La scelta strategica deve essere di partecipare maggiormente all’Unione Europea impegnando di più l’Italia nelle responsabilità comuni, anche con un portafoglio economico nella prossima Commissione Europea. Altrimenti l’economia italiana potrebbe finire nei gorghi di un nazionalismo mediterraneo molto simile a quelli sudamericani. In questa primavera, in Argentina, il tasso di sconto ha perfino raggiunto il 40%. Con la Lira italiana, negli anni Ottanta, il tasso di sconto fu anche del 19%. Occorre una nuova spinta per un’Unione bancaria con regole identiche, con Testi unici di diritto bancario, finanziario, fallimentare e penale dell’economia e con coerenza fra regole contabili e prudenziali”.
Nella sua relazione c’è spazio per un esame delle crisi bancarie in Italia, che “hanno stimolato un clima spesso giacobino e pesato sulla fiducia che è premessa di sviluppo”, dice Patuelli, aggiungendo: “Per voltare definitivamente pagina, occorre sia fatta definitiva luce sulle responsabilità nelle crisi bancarie. Le banche sane sono moralmente parte civile, avendo subito i danni dalle crisi bancarie altrui. Abbiamo grande rispetto per la Magistratura e attendiamo, il più presto possibile, le conclusioni dei processi. Siamo per la trasparenza sempre: perciò siamo stati favorevoli anche all’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle crisi bancarie, pur consapevoli dei suoi limiti innanzitutto temporali”.
Le cause della crisi? “Azzardo morale, conflitti d’interesse, carenze di sana e prudente gestione, di trasparenza e nei controlli interni, interferenze politiche, carenze di coordinamento fra pubbliche Autorità europee e nazionali”. Le crisi, prosegue Patuelli, “insegnano che l’autonomia delle Autorità di Vigilanza, nei confini delle leggi, è fra le principali garanzie a tutela delle imprese bancarie: la dialettica fra libertà d’impresa bancaria e Vigilanza pubblica è un equilibrio importante e complesso”.
Nella relazione del presidente Abi c’è poi spazio per le nuove prospettive – “procediamo decisi con in mano la Costituzione della Repubblica, con la volontà di concorrere a meglio realizzare il sogno europeo col metodo della ragione” – e l’impegno a lavorare “anche controvento quando necessita, consapevoli che l’economia è sotto ordinata all’etica, che le attività bancarie sono orientate alla tutela degli interessi legittimi e al bene comune per il progresso, con il coraggio di dire la verità e fare proposte giuste anche quando sono impopolari, salvaguardando sempre la centralità delle persone, delle famiglie e delle imprese”.