“Non abbiamo intenzione di smettere di combattere per la parità di genere e per la sicurezza di donne e ragazze, sostenendole nella piena realizzazione delle loro potenzialità. L’Unione europea è impegnata, come lo era sessant’anni fa, a garantire parità alle donne in tutto il mondo”. Nella Giornata internazionale della donna è questa la promessa che viene dall’Unione europea, che ha deciso di dedicare il 2017 all’eliminazione della violenza contro le donne. Che ancora si debba parlare di violenza contro le donne e di discriminazioni di genere è emblematico di un percorso ancora lungo dall’essere compiuto anche in Europa, oggi. In questa Europa il tasso di occupazione femminile è salito ma è ancora inferiore a quello maschile, solo un dirigente su tre è una donna e guadagna in media quasi un quarto in meno (il “pay gap” è del 23%) rispetto a un uomo.

E non ci si ferma qui. In guerra e nelle situazioni di conflitto le donne sono le più vulnerabili. Nella sfera pubblica e in internet sono fra le prime vittime di attacchi violenti e i pregiudizi sono ben lontani dall’essere superati. Così dalla Commissione europea arriva una dichiarazione congiunta – firmata fra gli altri da Frans Timmermans, primo Vicepresidente, da Federica Mogherini, Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e da Vera Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere – che ribadisce: “Come al momento della sua fondazione, l’Unione europea è oggi al fianco delle donne in Europa e nel resto del mondo”.

donneSostiene la Commissione europea: “Nel 2017 ci sono sempre più donne che lavorano, si laureano, sono attive in politica o raggiungono posizioni dirigenziali nelle imprese europee. All’interno della Commissione, le donne rappresentano il 55% del totale della forza lavoro. Eppure, ancora oggi, nell’Unione europea le donne, soprattutto le madri sole, troppo spesso faticano per raggiungere l’indipendenza economica. Nel 2016 il tasso di occupazione femminile nell’Unione europea ha raggiunto il livello record del 65,5%, sebbene vi sia ancora una grande differenza rispetto al 77% degli uomini”.

Bisogna fare di più, riconosce la Commissione, e non solo in Europa. “Le donne sono spesso più vulnerabili in situazioni di conflitto, migrazione e sfollamento, oppure dove la povertà e i cambiamenti climatici colpiscono più duramente. Inoltre, nel contesto migratorio attuale, abbiamo assistito a un aumento esponenziale del numero di donne che arrivano in Europa vittime della tratta di esseri umani”. Le donne sono sotto attacco anche online e continuano a essere oggetto di biechi pregiudizi. Prosegue la Commissione europea: “Intolleranza contro le donne e misoginia si manifestano non solo nella sfera pubblica ma anche dietro il vile anonimato di internet. Gli attacchi contro i diritti delle donne sono in aumento. Sono troppi gli Europei che ancora ritengono che un rapporto sessuale non consensuale possa essere giustificato. Inoltre, ovunque nel mondo, e soprattutto nelle zone di conflitto, le donne affrontano in prima linea la discriminazione e la violenza”.

Da qui l’impegno che la Commissione ribadisce sia all’interno dei confini Ue sia all’esterno. La Commissione europea promette infatti di affrontare le disuguaglianze nel lavoro e nelle retribuzioni attraverso un impegno strategico per la parità di genere 2016-2019. Il 2017 è dedicato all’eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze, ricorda Bruxelles, mentre la Commissione “presenterà quest’anno una nuova iniziativa per l’equilibrio tra vita professionale e vita privata destinata ai genitori e a coloro che svolgono un ruolo di assistenza”. Altra promessa è quella di fornire cure mediche, assistenza legale, consulenza post-trauma e sostegno alle donne migranti che arrivano in Europa in cerca di protezione e che hanno subito violenze. Uno sguardo più ampio, infine, dice che “attraverso il piano d’azione dell’UE sulla parità di genere 2016-2020, la Commissione si concentrerà in particolare sull’assistere, a livello mondiale, donne e ragazze escluse dall’istruzione, dalla parità di accesso ai servizi sanitari e di pianificazione familiare, dal mercato del lavoro e anche dalla vita politica”.

donneSe questa è dunque l’agenda della Commissione per l’8 marzo, va ricordata la battaglia contro la violenza sulle donne, da portare avanti in tutti i livelli e in tutti i paesi. La “libertà dalla violenza” è indispensabile per l’affermazione delle donne e l’ha ricordato nei giorni scorsi l’avvocatessa nigeriana e professoressa universitaria Hauwa Ibrahim al convegno “Liberare le donne dalla violenza”, organizzato dall’Ufficio di informazione in italia del Parlamento europeo insieme ad ActionAid italia, al Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. La chiave per sconfiggere la violenza è l’istruzione, perché da questa nasce la consapevolezza.  “La lotta alla violenza – ha detto Ibrahim – deve essere tra le priorità di oggi, di domani e degli anni a venire. Dobbiamo agire perché nessuna forma di violenza sia più tollerabile. Io sono stata in prima persona una vittima della violenza contro le donne: sono stata data in sposa all’età di 10 anni, poi quasi per caso ho ricevuto un’istruzione, sono diventata avvocato, sono riuscita ad arrivare a insegnare a Harvard e ho lavorato per salvare più di 200 ragazze da Boko Haram.”

La risposta alla violenza di genere passa anche attraverso progetti europei, ha spiegato per l’occasione Livia Zoli, Capo Unità Policy e Lobby di ActionAid: “La violenza domestica è un fenomeno diffuso in tutta Europa. L’esperienza pratica ci insegna che molto spesso le donne rimangono in relazioni violente perché non dispongono di sufficiente autonomia economica per provvedere a sé stesse e ai propri figli e al contempo che in una situazione di violenza spesso ci sono fattori economici di sopraffazione. Per questo ActionAid guida un consorzio europeo di organizzazioni unite nel progetto WE GO!, realizzato grazie al sostegno finanziario dell’Unione Europea, che intende rafforzare i servizi di supporto per le donne vittime di violenza domestica in Europa, con particolare attenzione ai servizi offerti dai centri antiviolenza per favorire l’empowerment economico delle donne”.

Quest’anno il Parlamento europeo ha scelto, come tema specifico per la Giornata della donna, l’emancipazione economica femminile. Il dato si ripete da anni: le donne guadagnano meno degli uomini e nel 2014 il divario nelle retribuzioni era pari al 16,7%. Come se per due mesi l’anno le donne lavorassero gratis. Senza contare i lavori domestici e la sottorappresentazione femminile a livello politico, scientifico e manageriale.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)