Per una donna su due la ricorrenza dell’8 marzo “non è né positiva né negativa, è una festa commerciale priva di significati reali”. Per il 35% delle donne è un evento utile al dibattito sulle disparità di genere. Addirittura l’8% assegna a questa giornata un valore negativo, di “festa ipocrita”. Sono i risultati di un sondaggio condotto da SWG per Confesercenti in occasione della Giornata internazionale della donna. Un evento che, stando ai risultati, sembra aver perso di significato per molte donne. Mentre la tradizione della mimosa resiste, insomma, la ricorrenza dell’8 marzo in sé “continua a perdere appeal”, dicono da Confesercenti.

Oggi dovrebbero finire nelle mani delle donne, regalati, quasi 14 milioni di ramoscelli di mimosa, un dato in leggero aumento (circa il 5% in più) sullo scorso anno. Il 51% delle donne ritiene però questa ricorrenza una “festa commerciale”.

Sulla mimosa l’opinione del campione intervistato (mille persone sul territorio nazionale intervistate il 6 e 7 marzo) si divide. “Il 23% delle intervistate non la gradisce in dono, – spiega Confesercenti-SWG – mentre per il restante 35% (in crescita sul 31% dello scorso anno) è un regalo apprezzato. La maggior parte lo accetta con indifferenza (43%). Molto dipende dalla persona da cui proviene il dono: il 34% vorrebbe infatti riceverla solo dal partner, mentre il 15% dai familiari. Seguono le amicizie più strette (14%), l’ambiente di lavoro (6%) e da altre donne (6%). Ma c’è anche un 17% che gradisce sempre la mimosa, da chiunque provenga”.

Diffusa è la consapevolezza della disparità ancora esistente fra donne e uomini. Il 22% delle intervistate denuncia di essere stata, nell’ultimo anno, vittima di discriminazioni di genere, mentre il 62% ritiene che le donne non siano sufficientemente rappresentante nel panorama politico ed istituzionale.

“La giornata internazionale della donna è una occasione per fare qualche bilancio: e purtroppo non è positivo. Per le donne c’è ancora poco da festeggiare, come testimonia il 22% che denuncia di essere stata vittima di discriminazioni solo negli ultimi 12 mesi – dice Anna Maria Crispino, Presidente di Impresa Donna, l’associazione che riunisce le imprenditrici di Confesercenti – Alcuni passi avanti verso la parità di diritti sono stati fatti, ma c’è ancora molta strada da fare. Le donne nel mondo del lavoro e del fare impresa rappresentano un ricco potenziale, sempre più qualificato, per il nostro Paese. Chi governa deve mettere l’occupazione e l’impresa femminile tra le priorità: noi abbiamo sostenuto, e continueremo a farlo con il massimo impegno, le nostre imprenditrici con tutto il supporto e l’assistenza tecnica necessaria, dalla nascita e durante il loro percorso di crescita. Ma occorre investire maggiori risorse, a partire dalle politiche di conciliazione vita-lavoro”.


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