Veterinari Anmvi all’Europa: aliquota Iva ridotta su cure veterinarie
Permettere ai singoli Stati di inserire le cure veterinarie fra i servizi con Iva ridotta. E così permettere a chi ha animali domestici di fornir loro tutte le cure necessarie, perché l’assistenza sanitaria è una necessità. È quanto si legge in una lettera inviata dall’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), insieme a Sophia Society e Gaia, al Consiglio europeo dell’economia e al Ministero dell’Economia italiano.
In Europa si riaprono i giochi per la riduzione dell’Iva sulle prestazioni veterinarie, scrive Anmvi, e la Commissione europea intende dare maggiore flessibilità agli Stati membri nel fissare le aliquote dell’imposta sul valore aggiunto (IVA). Da qui l’appello in cui si chiede all’Europa la riduzione dell’aliquota Iva sulle prestazioni veterinarie. “Le nuove regole europee consentirebbero agli Stati Membri non solo una autonomia regolatoria sulle aliquote, ma anche la revisione delle categorie di servizi che possono beneficiare di una aliquota ridotta: oggi le prestazioni veterinarie non sono nella “positive list” europea delle categorie fiscalmente agevolabili”, spiegano i veterinari.
In Italia, come in altri paesi europei, le prestazioni veterinarie sono soggette ad alte aliquote Iva. “Una situazione ingiusta e inaccettabile, secondo la Sophia Society per la protezione degli animali (Sophia-Society),Global Action in the Interest of Animals (GAIA) e l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) – si legge nella lettera – Apprezzeremmo molto che ai paesi europei fosse data la possibilità di abbassare le aliquote IVA sulle prestazioni veterinarie”.
Prosegue l’appello: “Gli animali da compagnia non possono essere considerati una necessità, mentre l’assistenza veterinaria lo è. I proprietari di animali da compagnia hanno il dovere legale di prendersi cura dei loro animali, ma non sempre hanno i mezzi finanziari per farlo. Organizzazioni come le nostre ricevono regolarmente richieste di sostegno finanziario in favore di proprietari di animali domestici, perché non sono più in grado di pagare le spese sanitarie del loro pet o non riescono a portarlo dal veterinario quando è il momento. Ciò può comportare terribili sofferenze per l’animale. Oltre a questo un’assistenza veterinaria tempestiva è essenziale anche per un uso prudente degli antibiotici e per il controllo dell’antimicrobico-resistenza”. Con prestazioni veterinarie più accessibile sarà più facile fornire cure mediche agli animali. “Ora che le aliquote IVA europee sono in corso di negoziazione, vi chiediamo di non inserire le cure veterinarie in una “negative list” – prosegue l’appello – Gli Stati membri europei potrebbero così decidere, individualmente, quale aliquota IVA applicare nel loro Paese alle prestazioni veterinarie fra gli scaglioni possibili. In questo modo, ciascun Paese sarebbe nelle condizioni di poter evitare la sofferenza degli animali rendendo i servizi veterinari più accessibili per i loro cittadini”.