Una macchinetta per amica, il cibo sano arriva a scuola (Foto Erin Wang per Pexels)

Sane abitudini alimentari arrivano a scuola attraverso “una macchinetta per amica”. Come? Facendo distribuire al distributore automatico cibi più salutari: yogurt, frutta fresca essiccata, frutta secca, chips non fritte, biscotti ipocalorici. Non alimenti pieni di zuccheri e sale, ma cibi che guardano alla corretta nutrizione. E i risultati del progetto, volto a contrastare l’obesità degli adolescenti, danno ragione agli ideatori in termini di salute fisica e di consapevolezza nutrizionale.

“Una macchinetta per amica”, cibi sani al distributore

“Una macchinetta per amica” è un’iniziativa ideata dall’Ufficio prevenzione e protezione del Cnr e svolta in collaborazione con la Siprec e la Lithuanian Heart Association. Il progetto ha coinvolto vari istituti scolastici superiori del Lazio e della Lituania. Nelle scuole partecipanti, oltre a organizzare seminari informativi, le macchinette distributrici di cibo sono state sostituite da altre erogatrici di alimenti con contenuto ridotto di grassi, zuccheri, sale e calorie, valutando poi gli effetti di queste modifiche sulle condizioni fisiche dei ragazzi. I risultati sono pubblicati sul Journal of Food and Nutrition Sciences.

I bambini spesso crescono in “ambienti obesogeni” che promuovono diete non salutari. Spesso sono in sovrappeso. Obiettivo del progetto è stato dunque quello di migliorare la qualità nutrizionale di alimenti e bevande serviti nei distributori automatici, nei bar e nelle mense scolastiche.

“Distributori automatici “sani” insieme a programmi educativi potrebbero essere una buona strategia per la creazione di un ambiente nutrizionale sano nelle scuole superiori per affrontare il sovrappeso e l’obesità negli adolescenti”, sintetizza lo studio.

Una strategia contro il sovrappeso

La macchinetta per amica ha portato nelle scuole superiori coinvolte, tre in Italia e due in Lituania, alimenti freschi e salutari.

«L’iniziativa ha permesso di diffondere tra i docenti e gli studenti i principi della sana alimentazione attraverso seminari mirati e sostituendo alle macchinette automatiche distributrici di cibi e bevande presenti nelle scuole, che contengono alimenti ricchi in grassi, zuccheri, sale e calorie, macchinette con prodotti a medio-basso contenuto di questi componenti – spiega Roberto Volpe, ricercatore del Cnr-Upp, ideatore e responsabile del progetto – Tra i cibi inseriti, yogurt in vasetti e da bere, succhi di frutta senza zuccheri aggiunti, fette biscottate, crackers senza grassi aggiunti, patatine non fritte, ‘chips’ croccanti non fritte, frutta fresca essiccata, frutta secca in bustine da 30 g, biscotti ipocalorici, barrette ipocaloriche. Nelle scuole in cui era presente invece un bar o un catering esterno, coinvolgendo e sensibilizzando i gestori, sono stati messi a disposizione panini salutari a base, ad esempio, di tonno sgocciolato e pomodoro, di bresaola o fesa di tacchino o di prosciutto senza grasso e insalata o pomodoro».

Risultati positivi e lotta alle disuguaglianze

Il progetto ha prodotto risultati positivi, come hanno dimostrato le verifiche compiute sui partecipanti. Come informa una nota, dopo circa 6 mesi, nel gruppo d’intervento composto da 156 studenti, che a scuola hanno consumato solo cibi salutari, si è avuta una riduzione dell’indice di massa corporeo (BMI) del 2,1 % negli studenti italiani e del 2,2% in quelli lituani, mentre nel gruppo di controllo, composto da 174 studenti, che hanno continuato a servirsi delle macchinette o dei panini tradizionali, il BMI degli studenti italiani è rimasto invariato, mentre in quelli lituani è aumentato dello 0,5%. Inoltre, nei gruppi d’intervento italiano e lituano si è avuto un aumento delle conoscenze sulla nutrizione salutare, rispettivamente del 53,4% e del 21,6% (versus, rispettivamente, + 2,5% e +3,0% nel gruppo di controllo).

Un progetto di questo tipo, proseguono gli ideatori, permette di agire anche contro le disuguaglianze che spesso incidono sulla consapevolezza alimentare e sull’acquisto di cibo non salutare – che spesso è meno costoso.

«Coinvolgere il mondo della scuola formando ed educando gli insegnanti, gli studenti e i gestori della ristorazione ai principi della sana alimentazione e intervenendo sulle macchinette distributrici di bibite e merendine, può essere dunque una valida strategia per contrastare il sovrappeso e l’obesità giovanile – conclude Volpe – Così facendo agiamo anche contro le diseguaglianze socioeconomico-culturali e ciò perché l’obesità non è solo legata a fattori genetici o comportamentali, ma può dipendere anche da altri aspetti come un’istruzione non adeguata o un basso reddito, fattori che spesso coincidono. Già studi precedenti, infatti, hanno evidenziato una correlazione tra titolo di studio e incidenza dell’obesità, indicando come questa sia minore tra i laureati rispetto a coloro che hanno la licenza media. Inoltre, proprio i cibi “spazzatura” sono spesso diffusi tra le categorie sociali a basso reddito, in quanto, in genere, costano meno di quelli salutari».


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