Tumore del seno, AIOM: prevenzione debole, 31% non conosce autopalpazione
È la neoplasia più frequente in tutte le fasce d’età per la quale il 2017 ha finora fatto registrare 50.500 nuovi casi. Stiamo parlando del tumore al seno, malattia delle quale le donne italiane sanno ancora molto poco, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione. Il 48% delle donne nel nostro Paese, infatti, ritiene che questa neoplasia non sia guaribile e il 35% non sa che è prevenibile. Ancora un 31% ignora cosa sia l’autopalpazione del seno e solo il 47% di chi conosce questo esame lo esegue regolarmente.
Sono i principali risultati del sondaggio condotto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) per fotografare il livello di conoscenza delle donne su questa malattia.
La prevenzione primaria, basata cioè sugli stili di vita sani (no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante), e secondaria (adesione ai programmi di screening mammografico) sono le armi principali per sconfiggere questa neoplasia. Sappiamo infatti che, se si interviene ai primissimi stadi, le guarigioni superano il 90%”. Dal sondaggio emerge che il 57% delle italiane non ha adeguate informazioni sulle possibilità di trattare questo tumore anche in fase avanzata. “Oggi abbiamo a disposizione armi efficaci che ci consentono di controllare la malattia anche in questo stadio”, afferma il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM. A dimostrazione del livello globalmente raggiunto dal Sistema Sanitario Nazionale, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi nel nostro Paese raggiunge l’87% ed è più alta sia della media europea (82%) sia dei livelli registrati nei Paesi Scandinavi (85%) e in Irlanda e Regno Unito (79%). E a 10 anni l’80% delle pazienti italiane è vivo.
“In 25 anni, dal 1989 al 2014, la mortalità per questa neoplasia è diminuita di circa il 30%”, sottolinea la dott.ssa Stefania Gori, presidente eletto AIOM. Il merito deve essere ricondotto a trattamenti sempre più efficaci e personalizzati e alle campagne di prevenzione.
Un ruolo fondamentale è svolto dallo screening mammografico, il primo step è però rappresentato dall’autopalpazione, un vero e proprio esame salvavita che la donna può eseguire da sola a casa. Va effettuata ogni mese a partire dai 20 anni, meglio se nella prima o seconda settimana dalla fine del ciclo mestruale, ed eventuali anomalie devono essere subito segnalate al proprio medico di famiglia.
Oltre alla mancata conoscenza del ruolo dell’autopalpazione, il sondaggio evidenzia un altro aspetto preoccupante: il 19% delle donne non cambierebbe il proprio stile di vita per ridurre il rischio e il 46% non sa se lo modificherebbe. Le donne che praticano regolarmente attività fisica presentano una diminuzione della possibilità di sviluppare la malattia di circa il 15-20% e questi effetti sono particolarmente evidenti in postmenopausa. Anche il controllo del peso e la dieta mediterranea hanno ricadute positive. “Al Sud si registra un 23% in meno di casi di tumore del seno rispetto al Nord”, spiega la dott.ssa Lucia Mangone, presidente AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori).
Una differenza importante, che si correla alle differenti abitudini e stili di vita delle donne del Sud rispetto a quelle del Nord. Dall’altro lato però nel Meridione la sopravvivenza è inferiore e questo dato si correla alla minore adesione agli screening: nel 2015 solo il 36% delle donne ha eseguito la mammografia rispetto al 63% al Nord.
Pigrizia, paura e noncuranza del pericolo portano ancora troppe cittadine a sottovalutare i controlli, peraltro compresi nei Livelli Essenziali di Assistenza, cioè nelle prestazioni sanitarie che spettano a tutti indipendentemente dalla Regione di residenza.