La spending review in sanità preoccupa, e non poco, le associazioni dei consumatori. Ancora non si sa con precisione a quanto ammonteranno tagli e interventi di razionalizzazione – forse 1,3 miliardi di risparmi, forse 3 – ma in ogni caso il risultato è un allarme diffuso. Secondo le agenzie di stampa, si andrebbe verso un intervento di circa 3-3,5 miliardi di euro da qui al 2014. Federconsumatori ribadisce che “il diritto alla salute non può essere intaccato”, mentre Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato denuncia che “il servizio sanitario non può essere il bancomat da usare quando si vuole fare cassa”.
La logica dei tagli alla spesa sanitaria che il Governo si ostina a portare avanti è inaccettabile – afferma Federconsumatori – Come abbiamo più volte ribadito, il diritto alla salute non può essere intaccato e non deve assolutamente essere subordinato ad esigenze di bilancio”. Per l’associazione non bisogna toccare i fondi che garantiscono un servizio di qualità ma “è doveroso lottare contro abusi, sprechi, clientelismi, inefficienze e corruzione”. L’associazione esprime dunque “una fortissima preoccupazione in merito alle ipotesi di tagli proposte dal Governo, che potrebbero toccare numerosi rami del settore sanitario: dalla spesa farmaceutica, territoriale ed ospedaliera, all’acquisto di  beni e servizi , alle prestazioni ambulatoriali ed ospedaliere. Ribadiamo che la sanità è un settore chiave per il futuro del nostro Paese e non si può ignorare l’allarmante esodo dei cittadini verso il privato e l’ancor più grave rinuncia a cure e controlli da parte di coloro che non si possono permettere di pagare”.
Sostiene Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva: “1,3 miliardi di risparmi, dice il Ministero della Salute, addirittura 3 dice quello dell’Economia. In tutto questo ci si dimentica che da gennaio cadrà sulla  testa dei cittadini una scure di altri 8 miliardi di tagli così come previsto dalla precedente manovra estiva. Quello che è chiaro è la mancanza di interventi strutturali, che assicurerebbero risultati anche nel medio-lungo periodo, ma sempre su voci di spesa che fanno fare subito cassa e che non aggrediscono i veri nodi problematici. Vogliamo una spending review seria. E vogliamo che le amministrazioni virtuose vengano premiate, e penalizzate invece quelle che il loro mestiere dimostrano di non saperlo fare. Altrimenti il messaggio che passerà è solo quello di un taglio lineare, e che ancora una volta non si vogliono riconoscere i giusti meriti a chi si è impegnato”.
Sul piatto ci sono interventi che potrebbero incidere sulla qualità del servizio, misure per ribassare i listini di acquisto, misure sui farmaci. Spiega Gaudioso: “Si parla di rivedere al ribasso i listini d’acquisto di beni e servizi che dovranno adeguarsi ai prezzi di riferimento fissati da AGENAS. Siamo d’accordo con questa ipotesi, purché non si faccia la solita corsa al massimo ribasso senza alcun riguardo per la qualità dei beni e servizi, e quindi per la qualità delle cure. Le continue segnalazioni che il nostro Tribunale per i diritti del malato riceve ogni giorno sul fronte delle infezioni ospedaliere evidenziano che dovremmo aumentare la qualità dei prodotti che oggi troviamo in sala operatoria e non solo. Inoltre – aggiunge – sarebbe ora di avviare una seria iniziativa sulla cartella clinica elettronica che permetterebbe un sostanzioso risparmio sia in termini economici che di ricorso alle aule giudiziarie. Si parla poi di altre misure  sui farmaci, con l’abbassamento dei tetti di spesa a cui si aggiungerebbe un aumento dello sconto a carico della filiera. Un ulteriore timore di misure a danno dei cittadini viene dal paventato tetto per le pulizie e per il servizio mensa. Dopo anni di battaglie per la qualità del cibo e il comfort ospedaliero, non vorremmo che tutto venisse rimesso in discussione”.


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