Continuano a far discutere le parole del premier Mario Monti sulla sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. I commenti e le prese di posizione proseguono anche dopo la precisazione di ieri, nella quale il Governo ha aggiustato un po’ il tiro affermando che “le garanzie di sostenibilità del servizio sanitario nazionale non vengono meno. Per il futuro è però  necessario individuare  e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie”.
Oggi sull’argomento interviene la Società italiana di medicina generale (SIMG) che sottolinea come i troppi tagli abbiano impoverito il Servizio sanitario e che una riforma adeguata debba partire dalla medicina di famiglia. “In questi anni abbiamo assistito a preoccupanti interventi che hanno determinato un sostanziale sottofinanziamento del servizio sanitario nazionale. Il sistema oggi è vicino al collasso. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: si trasferiscono sulle persone i costi dei servizi. E molti cittadini sono costretti a ricorrere al privato. Serve una forte assunzione di responsabilità da parte dell’intera classe politica che dal prossimo anno sarà chiamata a governare il Paese”: così Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), che concorda con l’allarme lanciato dal presidente del Consiglio, Mario Monti, sulle difficili prospettive per la sostenibilità futura del servizio sanitario e sulla necessità di individuare nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni. La Corte dei Conti stima 31 miliardi di tagli fino al 2015.
“Da tempo – continua Cricelli – ribadiamo l’importanza di una riforma globale dell’intero sistema sanitario, che parta dalle cure primarie e includa necessariamente la componente ospedaliera. Le esperienze realizzate dalla SIMG dimostrano che il medico di famiglia è in grado di prendersi cura dei pazienti cronici e di produrre risultati di salute misurabili e verificabili in termini di riduzione dei ricoveri, risparmi e miglioramento della qualità di vita delle persone”.
Federconsumatori ribadisce la propria preoccupazione per la situazione della sanità, perché i cittadini sono “costretti a pagare di tasca propria servizi insufficienti”. Spiega l’associazione: “Non ci rassicurano affatto e anzi giudichiamo gravissime le recenti precisazioni del Presidente del Consiglio Monti. Dopo aver annunciato il tracollo del Sistema Sanitario Nazionale, il Premier ha prospettato la possibilità di introdurre un finanziamento integrativo basato sul reddito. Una soluzione estremamente rischiosa, che mette in discussione l’accesso universale al Servizio Sanitario Nazionale e spalanca le porte ad un processo di privatizzazione, facendo lievitare i costi a carico del cittadino”. Federconsumatori ricorda che le difficoltà delle famiglie in termini di tutela della salute sono aumentate, fra tagli al SSN, aumento dei ticket – che spesso spingono a ricorrere al privato – e tasse.
Dall’organizzazione dei pensionati di Confesercenti (Fipac) arriva l’invito a razionalizzare il sistema e cancellare gli sprechi, non certo a spese degli anziani. Sono attualmente circa 300 le casse e i fondi integrativi che coprono 11 milioni di individui a fronte di una spesa sanitaria di 110 miliardi che tra il 2012 ed il 2015 dovrebbe subire tagli per 35 miliardi, afferma la sigla. “L’obiettivo è quello di tagliare gli sprechi – sottolinea Massimo Vivoli, vice presidente vicario della Confesercenti e presidente della Fipac – e non i servizi offerti ai cittadini. Soprattutto quando si parla delle fasce svantaggiate, a cominciare dagli anziani. Prima di pensare a nuove forme di finanziamento della sanità – conclude Vivoli – bisogna pensare di razionalizzare il nostro sistema nazionale per trovare le risorse necessarie per assicurare un’adeguata assistenza a tutti i cittadini”.


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