Si svolge dal 1° al 7 ottobre la settimana mondiale dell’allattamento al seno, raccomandato vivamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Unicef e da molte altre organizzazioni, per una migliore salute dei bambini.

La Campagna Mondiale della Sam (Settimana Mondiale per l’Allattamento Materno) si ripete ogni anno dal 1992 nella prima settimana di ottobre per porre l’attenzione su vari argomenti legati all’allattamento al seno, affinché sia protetto, promosso e sostenuto nel modo adeguato e corretto.

La Sam è promossa dall’Alleanza Mondiale per interventi a favore dell’Allattamento (WABA – World Alliance for Breastfeeding Action) e per l’Italia dall’affiliato Mami (Movimento Allattamento Materno Italiano). Numerose sono le iniziative sul territorio, dall’ospedale Sant’Anna di Torino a quello di Erba, passando per diverse associazioni presenti sul territorio, in diverse Regioni d’Italia.

La Società Italiana di Neonatologia (SIN), fornisce una piccola “Guida” di comportamento per permettere a tutte le mamme di affrontare nel migliore dei modi un gesto d’amore istintivo e naturale, l’allattamento al seno del proprio bambino, e mantenerlo nel corso del tempo.

Nei primi giorni di vita, infatti, il 90% delle donne italiane comincia ad allattare al seno, ma già alla dimissione dall’ospedale la percentuale scende al 77% per poi crollare al 31% a 4 mesi e solo il 10% delle mamme continua ad allattare oltre i 6 mesi di vita.

Perché allattare al seno? Il latte materno è un alimento unico, con una composizione disegnata dalla natura per rispondere al meglio alle esigenze del cucciolo di uomo. Completo dal punto di vista nutrizionale, il latte materno non costa nulla né alla famiglia né all’ambiente. Protegge il neonato da numerose patologie dell’età pediatrica, quali le infezioni gastrointestinali e respiratorie, e gli assicura una vita più sana, non solo nell’infanzia ma anche in età adulta, prevenendo molte malattie degenerative e cardiovascolari.

La scienza ci dice inoltre che l’allattamento materno riduce il numero di morti improvvise del lattante, le cosiddette morti in culla, addirittura del 73%, diminuisce le possibilità di sviluppare il diabete di tipo 2 di quasi il 40% e riduce del 26% il rischio di sviluppare sovrappeso e obesità. Ma allattare al seno fa bene anche alla mamma, che sarà meno soggetta ad emorragie e a depressione nel periodo del post-partum, ed in seguito al cancro del seno, dell’ovaio e ad endometriosi.


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