Pediatri e neonatologi rispondono ai dubbi dei genitori sui vaccini. L’iniziativa verrà messa in campo dalla Società italiana di pediatria (SIP) e dalla Società italiana di neonatologia (SIN) durante la Settimana Europea delle Vaccinazioni indetta dall’Organizzazione mondiale della Sanità – Europa dal 23 al 29 aprile prossimo. La settimana, dice l’OMS, si concentrerà sul fatto che “la vaccinazione è un diritto individuale e una responsabilità condivisa”. Pediatri e neonatologi hanno deciso così di aprire un filo diretto telefonico per rispondere alle richieste dei genitori e contrastare la disinformazione in tema di vaccini.

Nel corso della settimana, il sito web e la pagina Facebook della SIP saranno dedicati al tema delle vaccinazioni.  Nel dettaglio, informa una nota, i genitori potranno contattare telefonicamente il giorno 24 aprile dalle ore 10 alle ore 12 Lina Bollani, Neonatologa SIN (tel. 0382502884) e dalle ore 12 alle ore 14 Elena Bozzola, Segretario Nazionale SIP, (tel. 3394753382).

Si continua dunque a puntare l’attenzione sulle vaccinazioni, cercando il più possibile di fugare la cattiva informazione diffusa sui vaccini, tanto più in un contesto che vede la ripresa della diffusione del morbillo in tutta Europa e in Italia.  “I vaccini sono l’unico vero strumento capace di proteggerci dalle malattie infettive, che possono causare morte e/o danni permanenti – spiega il presidente SIP Alberto Villani – È assurdo che in Europa e in Italia si muoia ancora di morbillo. Nel 2017, in Europa il morbillo ha ucciso 30 persone e ne ha colpite oltre 14.000, circa il 400% in più rispetto all’anno precedente. Nei primi 2 mesi del 2018, le persone contagiate in Italia sono già oltre 400”.

 “Nei mesi scorsi è stata data molta attenzione alle vaccinazioni pediatriche, ma la sicurezza del neonato dipende anche dall’immunizzazione della mamma – continua il presidente della SIN Mauro Stronati – In Italia, purtroppo, la percentuale di donne che si vaccinano in vista di una gravidanza è ancora troppo bassa. Secondo l’ISS, una donna su tre non sa se è protetta contro la rosolia e solo il 41% delle donne ha effettuato il vaccino. Le vaccinazioni in gravidanza sono sempre state viste “con sospetto”, per la paura di eventuali danni al feto. In realtà i dati acquisiti sull’utilizzo, in questo caso, di “vaccini non vivi”, come, ad esempio, quello anti-influenzale, sono rassicuranti riguardo l’effetto protettivo e l’assenza di effetti collaterali su gravidanza, madre e feto/neonato. Al contrario, le infezioni contratte in gravidanza arrecano danno non soltanto alla mamma, ma anche al bimbo che porta in grembo, interferendo con il suo sviluppo.”


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