“Previeni, Proteggi, Immunizza” è lo slogan della Settimana europea della vaccinazione che si conclude domani. L’iniziativa, nata per informare e coinvolgere la popolazione ed i professionisti sanitari sul tema delle vaccinazioni, ha lo scopo di aumentare, nella popolazione e tra gli operatori sanitari, la consapevolezza del rischio reale legato alle malattie infettive e dell’opportunità ed importanza delle vaccinazioni, attraverso una comunicazione corretta e trasparente che permetta un consenso realmente informato alla pratica vaccinale. Il Ministero della Salute, costantemente impegnato nella lotta alle malattie infettive, in occasione della Settimana europea della vaccinazione 2013 mette a disposizione sul proprio portale www.salute.gov.it  del materiale informativo per avere risposte semplici e chiare ai più comuni dubbi riguardanti le vaccinazioni.
L’OMS stima che ogni anno vengano evitate 2-3 milioni di morti grazie alle vaccinazioni che forniscono protezione nei confronti di importanti malattie dell’infanzia, e non solo, come difterite, morbillo, pertosse, poliomielite, epatite B, alcune forme di polmonite e di meningite, gastroenterite da rotavirus, rosolia e tetano. Tuttavia, oltre 22 milioni di bambini non sono, ancora, adeguatamente protetti con vaccini di routine. Solo raggiungendo e mantenendo nel tempo una copertura elevata è possibile contenere la diffusione delle malattie infettive prevenibili da vaccinazione che continuano, invece, a verificarsi, come casi isolati e, più frequentemente, a causa della loro alta contagiosità, con focolai epidemici ricorrenti.
Ad esempio, in Italia, la copertura vaccinale contro il morbillo si attesta intorno al 90%, ma è ancora lontana dal valore soglia del 95%, necessario ad arrestare la circolazione del virus all’interno della popolazione. Dal 2010 al 2012 sono stati notificati oltre 8.300 casi di morbillo, quasi tutti in soggetti non vaccinati o non correttamente vaccinati. La fascia di età più colpita è quella tra 15 e 19 anni e oltre il 68% aveva un’età compresa tra 10 e 34 anni, ovvero persone nate negli anni immediatamente successivi all’introduzione del vaccino contro il morbillo nel nostro Paese, quando le coperture vaccinali erano ancora molto basse. Questo indica l’esistenza di sacche di popolazioni suscettibili in questa fascia di età. Il problema è rappresentato dal fatto che la probabilità di complicanze da morbillo è maggiore negli adulti rispetto ai bambini, come mostrano anche i dati italiani relativi all’ultimo triennio: oltre un quinto dei casi è stato ricoverato; uno su quattro ha sviluppato almeno 1 complicanza (dall’otite alla polmonite, fino alla trombocitopenia, alle convulsioni ed all’encefalite acuta); si è verificato anche un decesso in una persona giovane.


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