Sanità, Cittadinanzattiva: liste di attesa che non rispettano i tempi, allarme intramoenia in Campania (Foto mobilitazione 11 maggio 2023, fonte Cittadinanzattiva)

Sanità, Cittadinanzattiva: liste di attesa che non rispettano i tempi, allarme intramoenia in Campania

Cittadinanzattiva ha pubblicato una nuova analisi sulle liste di attesa in quattro Regioni: Lazio, Emilia-Romagna, Liguria e Puglia. In pochi casi tempi rispettati. Allarme intramoenia in Campania: le prestazioni erogate nel pubblico sono di meno per tutti gli esami e le visite esaminate

L’urgenza in cui versa la sanità sono liste di attesa che non scorrono, rispetto dei tempi di attesa garantito solo in percentuali basse (il 15%, il 20%, meno della metà) e una situazione di allarme per l’intramoenia in Campania, dove il numero di prestazioni erogate nel canale pubblico è inferiore, per tutti gli esami e le visite monitorate, a quelle erogate in intramoenia. È la denuncia che arriva da Cittadinanzattiva che, nelle scorse settimane, ha realizzato un’indagine per capire la situazione dei tempi d’attesa per 6 diverse tipologie di visite specialistiche ed esami diagnostici (visita cardiologica, ginecologica, pneumologica, oncologica, ecografia addominale, mammografia) in 12 grandi Asl di quattro Regioni: Lazio (ASL RM1, ASL RM4, ASL Viterbo), Emilia-Romagna (AUSL Bologna, AUSL Reggio Emilia, AUSL Parma), Liguria (AS Ligure 1, AS Ligure 3 e AS Ligure 5) e Puglia (ASL Bari, ASL Lecce, ASL Taranto).

Sanità in Puglia e in Liguria…

Quali sono i risultati? La situazione è varia a seconda delle regioni, in alcune critiche, in altre migliori ma non certo ideale.

La Puglia presenta dati molto negativi in quanto al rispetto dei tempi di attesa previsti dal Piano nazionale di governo, spiega Cittadinanzattiva.

“Ad esempio nella ASL di Lecce nessuna visita pneumologica con priorità D è garantita entro i 30 giorni previsti; nell’ASL di Bari soltanto il 9,38% delle visite ginecologiche con priorità B e il 14,39% delle ecografie complete all’addome sempre con priorità B, sono garantite entro i 10 giorni previsti. La situazione migliora leggermente nell’ASL di Taranto, dove i tempi di attesa vengono rispettati almeno nel 33% dei casi, ma anche qui si possono registrare picchi negativi ad esempio per una visita pneumologica con priorità B per la quale i tempi vengono rispettati solo nel 20,83% dei casi”.

In Liguria ci sono una serie di picchi negativi in diverse Asl. Ad esempio “per una visita cardiologica con priorità D (entro 30 gg), nell’AS Ligure 1 Imperia si registrano tempi di attesa pari a 159 giorni; per una mammografia con priorità P (da svolgere entro 120 gg), nell’AS Ligure 5 Spezzino si arriva addirittura ad attendere 253 giorni; per un’ecografia addominale completa con priorità D (entro 60 gg), nell’AS Ligure 3 – Area metropolitana di Genova si registrano addirittura tempi di attesa pari a 270 giorni, quasi cinque volte superiori a quelli previsti dalla legge”. Criticità ci sono sui tempi per l’ecocolordoppler priorità D, per la risonanza magnetica encefalo, per la visita di medicina fisica e riabilitativa.

 

Petizione Urgenza Sanità Cittadinanzattiva

 

 

Migliore la situazione in Emilia-Romagna

Migliore la situazione in Emilia-Romagna, anche se i dati disponibili sono aggregati e non distinti per codice di priorità. Ci sono molte situazioni positive, spiega Cittadinanzattiva, e qualche criticità come la visita pneumologica nell’AUSL di Reggio Emilia, dove le tempistiche vengono rispettate solo nel 39% dei casi, o nella AUSL di Bologna dove i tempi di attesa per la visita cardiologica sono rispettati nel 57% dei casi. Qualche criticità anche per il rispetto dei tempi di attesa della visita endocrinologica nell’AUSL di Bologna e per altre prestazioni.

Lazio, dati positivi e criticità

“Anche nel Lazio – prosegue Cittadinanzattiva – la situazione si presenta abbastanza positiva ma si registrano alcune criticità: per un’ecografia addominale completa con priorità B (da eseguire entro 10 gg), nell’ASL Roma 4 i tempi di attesa sono rispettati solo nel 18,2% dei casi; per una visita cardiologica con priorità D (entro 60 gg), nell’ASL di Viterbo si registrano tempi di attesa rispettati nel 47,2% dei casi. Situazione migliore nell’ASL Roma 1, dove si registrano comunque criticità per la visita pneumologica e l’ecografia addominale completa, entrambe con priorità P (entro 120 gg), dove i tempi sono rispettati nel 61,6% e nel 58,6% dei casi. Altre criticità riscontrate per ulteriori prestazioni: nell’ASL Roma 1, solo il 14,3% delle ecografie mammella monolaterale sono eseguite entro i tempi previsti (dato aggregato); nell’ASL Roma 4, si riscontrano criticità per le varie risonanze magnetiche, con tempi rispettati solo in percentuali comprese tra il 12 e il 33%; nell’ASL Viterbo si riscontrano invece criticità per la visita fisiatrica (16%), tac del capo con contrasto (14,3%) e senza contrasto (22,2%), oltre che per la tac addome completo senza MDC (25%)”.

Allarme intramoenia in Campania

A fronte di questi dati sui tempi di attesa, Cittadinanzattiva denuncia quello è che già “allarme intramoenia” in Campania. Nelle scorse settimane l’associazione ha avviato una istanza di accesso civico presso le Regioni (il resoconto sarà diffuso nelle prossime settimane) per conoscere i dati relativi alle prestazioni sanitarie erogate in regime pubblico e in intramoenia, e verificare gli eventuali provvedimenti messi in atto dalle amministrazioni laddove sia stato superato il limite previsto dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa nel rapporto tra le due attività.

In Campania in pratica si fa quasi solo intramoenia.

“Particolarmente allarmante il quadro della Campania, dove la stessa Regione segnala che il numero di prestazioni erogate nel canale pubblico è inferiore, per tutti gli esami e le visite monitorate, a quelle erogate in intramoenia, e questo vale presso tutte le Aziende ospedaliere”, spiega Cittadinanzattiva.

Nel 2022, ad esempio, presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli sono state somministrate 1255 visite ortopediche in intramoenia e nel pubblico 112; presso l’Ospedale dei Colli sempre a Napoli, nessun eco addome è stato somministrato nel pubblico, ne sono stati fatti 111 in intramoenia; presso l’Ospedale Moscati di Avellino, sono state somministrate 7 visite cardiologiche pubbliche e 979 in regime di intramoenia; al San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona a Salerno, effettuate 91 ecografie ostetriche nel canale pubblico e 329 in intramoenia.

«In alcune situazioni l’intramoenia, insieme al pronto soccorso, è diventata per paradosso la principale porta di accesso dei cittadini al Servizio Sanitario nazionale, rallentato da tempi di attesa troppo lunghi – denuncia Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva – Siamo dunque di fronte ad un uso distorto di quella che dovrebbe essere una possibilità di scelta per il cittadino, e non una necessità. Mentre le liste d’attesa rimangono una emergenza che va contrastata urgentemente per riaffermare il diritto dei cittadini alla salute pubblica».

Come intervenire allora sulle liste di attesa? Spiega Mandorino: «Attraverso un investimento sulle risorse umane e tecniche e un conseguente ampliamento degli orari di apertura al pubblico degli ambulatori, nonché attraverso la messa in rete nei Cup delle agende di prenotazione di tutte le strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate per favorire una migliore programmazione e trasparenza dei tempi di attesa. E non da ultimo bloccando, a livello regionale, le prestazioni in intramoenia laddove queste superino come numero quelle erogate nel canale pubblico, come previsto dallo stesso Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa».


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