Il diritto alla salute rischia di non essere per tutti. La quota di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico dei cittadini sta aumentando così come sta crescendo l’impoverimento delle famiglie. Ne consegue che della tanto attesa quattordicesima i pensionati spenderanno il 21%– circa 362 milioni di euro – in servizi sanitari. Il resto andrà in conti in sospeso (40%) e fisco (15%), lasciando loro quasi nulla in tasca.

Dobbiamo impegnarci affinché il diritto alla salute sia garantito a tutti i cittadini. Oggi purtroppo comincia a non essere più cosi e le persone anziane sono tra le principali vittime, perché ovviamente il bisogno di salute cresce con l’aumentare dell’età”, afferma Massimo Vivoli, presidente Fipac a margine della riunione di Presidenza Nazionale.

Bisogna evitare il ridimensionamento del Servizio sanitario nazionale che ha permesso all’Italia di raggiungere ottimi risultati in termini di longevità e qualità della vita, ma ad un rilancio dello stesso che deve essere adeguato ai vecchi e nuovi bisogni, con investimenti nella medicina del territorio, nella prevenzione, nella diagnosi precoce, nella riabilitazione e presa in carico della non autosufficienza, nella ricerca e innovazione, tutti settori che possono produrre anche nuova occupazione”, afferma Vivoli.

Nel 2015, per la prima volta, l’aumento della durata media di vita ha subito un arresto; contemporaneamente è cresciuto, di anno in anno, il numero di quanti rinunciano alle cure per ragioni economiche o per difficoltà di accesso al Servizio sanitario nazionale.

Dobbiamo lavorare con sempre maggior impegno affinché le famiglie di qualsiasi età abbiano maggiore serenità economica e di vita, perché il diritto ad una vecchiaia serena non sia più solo uno slogan”.


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