Oggi il Decreto ministeriale di revisione delle percentuali d’invalidità civile dovrà ottenere il parere della Commissione Igiene e Sanità del Senato. Cittadinanzattiva ne chiede, però, il ritiro immediato. “Anziché adeguare le risposte in termini di percentuali ai reali bisogni di malati cronici,rari e persone con disabilità”, ha spiegato Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva, “l’unica vera e dichiarata finalità del Decreto è purtroppo ancora una volta quella di disporre di un “importante strumento di contenimento delle frodi in questo settore”. Stigmatizziamo da sempre il fenomeno delle assegnazioni indebite delle invalidità civili, ma contestualmente ricordiamo che il fenomeno è più limitato di quello che si pensa e il relativo sistema di verifica è costosissimo per l’amministrazione pubblica, senza considerare che la strada più efficace da percorrere dovrebbe essere quella di un’azione mirata di verifica soprattutto nei confronti dei professionisti e delle istituzioni preposte all’accertamento dell’invalidità”.
Tra le criticità del decreto Cittadinanzattiva segnala la mancata semplificazione dell’iter amministrativo, che ancora pesa terribilmente sui cittadini, criteri di valutazione troppo generali che oltre a non assegnare percentuali appropriate non rendono uniformi sul territorio nazionale l’attività di valutazione, lasciando ancora troppo spazio alla discrezionalità dei medici legali. Inoltre per molte patologie le percentuali d’invalidità sono pesantemente ridotte come nel caso dell’Epatite C. Alcune patologie come l’osteomielite non sono menzionate.
Infine, la numerosità di esami strumentali richiesti dalla Commissioni, anche in aggiunta alla documentazione clinica di cui la persona è in possesso, potrebbe costituire la moltiplicazione di adempimenti, tempi e costi per i cittadini (ticket), oltre che un costo elevato, ulteriore e non previsto dagli attuali fondi per il SSN.


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