Patto per la salute, è quasi fatta. Ma non mancano le critiche
La conclusione del Patto per la Salute è oramai prossima, la definizione degli ultimi elementi dell’accordo che dovrà fornire ingenti risparmi ed una nuova organizzazione al Servizio Sanitario Nazionale, offrendo una nuova prospettiva sul proprio futuro, è infatti in dirittura d’arrivo con le ultime revisioni al testo che dovrebbero essere applicate nella giornata odierna tramite il passaggio in Commissione salute, andando a cementificare gli accordi conseguiti dopo estenuanti trattative presso la Conferenza Stato-Regioni.
Secondo le prime indiscrezioni dall’accordo, che andrà a rivedere una vasta gamma di tematiche in sanità, dovrebbero arrivare, in termini di risparmi ed ottimizzazione delle risorse, circa 600 mln di euro da reinvestire per il potenziamento delle strutture e dei servizi, in particolare, per il capitolo farmaci la cui discussione è stata conclusa nella giornata di ieri con l’intento di revisionare opportunamente il prontuario, aspetto che sarà affidato come sempre all’Aifa andando a collimare con quanto stabilito dal precedente Decreto Balduzzi. Tra le altre novità del Patto per la Salute vi saranno la revisione ticket, i Lea e l’attenzione all’organizzazione sanitaria, in particolare ridistribuendo i servizi in funzione del reddito ed il nucleo familiare, modificando il meccanismo attuale al fine di ottimizzarlo.
Non mancano le critiche come quelle di Cittadinanzattiva che auspicava la partecipazione dei cittadini alla definizione del Patto: “Da oltre un anno chiediamo, totalmente inascoltati, a Ministeri e Regioni di aprire un confronto con le Organizzazioni dei cittadini, e invece ora ci ritroviamo con un Patto che si sta chiudendo, del quale non abbiamo potuto leggere nemmeno il testo. Eppure sia a livello europeo che a livello nazionale lo strumento della “consultazione pubblica” riguardo a molti provvedimenti è ormai “prassi”, che al contrario in questo caso si è deciso invece di non praticare” ha commentato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.
Anche l’Anaao Assomed lamenta il coinvolgimento di cittadini e autonomie locali. “Eppure ci ostiniamo ancora ad auspicare un passo in avanti sul terreno dei contenuti. Occorre innanzitutto evitare di scaricare su cittadini ed operatori il costo dei risparmi annunciati, facendo tesoro dei dati sulla crescita del ticket fino al 3% del fondo sanitario e sulla diminuzione del 4% del costo del lavoro del personale dipendente” si legge in una nota dell’Associazione.