Il nuovo Patto della Salute, di cui si è discusso ieri in Conferenza Stato-Regioni, non piace al Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.
La critica principale? Per mantenere i conti in ordine e risparmiare 8 miliardi di euro tra il 2013 e il 2014 si propone sempre la solita soluzione: riduzione dei posti letto, da 4 a 3,5 posti letto per mille abitanti, aumento dei costi a carico dei cittadini attraverso l’imposizione di nuovi ticket e una diversa modulazione degli stessi per età, reddito e anche per patologia, e chiusura di altri ospedali.
“Uno scenario che ci sembra drammatico per i cittadini e anche per la sostenibilità del servizio sanitario nazionale – si legge in una nota del Tdm – Con particolare riguardo alla riduzione dei posti letto, assisteremo ad un ulteriore intasamento dei Pronto soccorso e a maggiori difficoltà nell’accesso alle strutture extraospedaliere come strutture per la riabilitazione, Rsa e lungodegenze. La riconversione degli ospedali, inoltre,  per evitare gli errori del passato, dovrà essere fatta prima della chiusura degli stessi: solo così si può dare certezza ai cittadini per la tutela della loro salute”.
“L’aumento dei ticket, infine, comporterà inevitabilmente un’ulteriore incapacità del servizio sanitario pubblico di competere con il privato, con le relative conseguenze in termini di sostenibilità, e soprattutto inciderà anche sulle tasche dei cittadini che sempre più potrebbero rinunciare anche alle cure essenziali”. Il Tribunale per i diritti del malato crede “sia necessario lavorare alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale, alla definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici ed assistenziali per la presa in carico delle patologie croniche, sull’appropriatezza, sulla integrazione socio sanitaria”. “Per alleggerire il peso sui cittadini ci chiediamo anche perché non utilizzare i fondi (circa 10 miliardi di euro) per l’edilizia sanitaria ad oggi ancora non spesi dalle Regioni, come denunciato dalla Corte dei Conti”.
Oggi il Tribunale invierà una formale richiesta a Ministero e Regioni per la convocazione al tavolo di lavoro del Patto, come stabilito anche dal Piano sanitario nazionale 2011-2013.
 


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