134.000 professionisti, 40.000 interventi chirurgici e centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche rinviate, a cui si aggiunge il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti: la sanità chiude un giorno per non chiudere per sempre. È questo lo slogan sotto il quale si svolge oggi lo sciopero dei medici e dei dirigenti sanitari. “La diminuzione del perimetro della tutela pubblica”, si legge nel comunicato di Anaao, “sta provocando tra i cittadini attese più lunghe, maggiori diseguaglianze territoriali, crescita del divario tra chi può curarsi pagando e chi no”.

Allo sciopero sono chiamati tutti coloro che vivono da anni una condizione lavorativa caratterizzata da mancato rispetto delle pause e dei riposi, milioni di ore di lavoro non retribuite e non recuperabili, ferie non godute, turni notturni ad una età alla quale tutte le categorie, pubbliche e private, sono esonerate, reperibilità oltre il dettato contrattuale su più ospedali contemporaneamente, aumento dei carichi di lavoro festivi e notturni, progressioni di carriere rarefatte, livelli retributivi inchiodati al 2010 con perdite calcolate fino ai 50.000 euro per i giovani ed i livelli apicali. 

Al centro della protesta c’è la legge di bilancio, da cui ci si aspettava una attenzione maggiore per il settore, a partire proprio dai fondi per finanziare i rinnovi dei contratti ma a conti fatti, secondo il sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, “mancano almeno 600 milioni al comparto”. Altra denuncia è quella relativa alla diminuzione del personale, con una riduzione dei medici pari a 9mila unità dal 2010, cui sono da aggiungere 50mila unità per il resto del personale.

L’aumento del fondo nazionale di un miliardo l’anno, quindi già piuttosto basso”, dice Carlo Palermo di Anaao, “è azzerato da una serie di misure previste in questa manovra e attese pure per il 2018. Per questo chiediamo che vengano approvati gli emendamenti alla Finanziaria che danno un po’ di soldi alle casse della sanità”.

Secondo i sindacati, il sistema è sostenuto dal sacrificio di medici e dirigenti e le Regioni hanno garantito i Livelli essenziali di assistenza a spese dei professionisti, che hanno saltato ferie e subito abusi dell’orario di lavoro. “Ormai si declina il diritto alla salute in base alla residenza e la distanza tra Bolzano e Napoli si può esprimere in 700 km o in 4 anni di aspettativa di vita. E la situazione, che la legge di bilancio 2018 nemmeno prende in considerazione persa come è dietro bonus di ogni genere, è avviata a peggiorare”.

I medici attendono da 8 anni il rinnovo del contratto collettivo di lavoro (che è triennale) e denunciano il largo utilizzo del precariato per supplire alle carenze di organico. Altro problema segnalato è quello dello scarso numero di contratti di specializzazione rispetto alla necessità di dottori da parte del sistema sanitario. Il tutto rischia di mettere a rischio il servizio pubblico.

Sono assolutamente al fianco dei medici italiani“, ha commentato il Ministro Beatrice Lorenzin, evidenziando che “ci sono due problemi: uno è quello dello sblocco del turnover che credo abbiamo seriamente contribuito a risolvere poichè con i piani ospedalieri presentati dalle Regioni abbiamo dato il via a migliaia di assunzioni nuove; poi c’è tutto il tema del rinnovo del contratto che non è un tema che gestisce il ministero della Salute, ma io spero che riusciremo comunque a dare una mano per sostenere la buona causa dei medici ospedalieri in primis”.


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