Giornata nazionale ricerca sul cancro, Lorenzin: “La ricerca è motore di crescita”
Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuta alla Cerimonia di Celebrazione della Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro che si è svolta oggi, al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il Ministro, nel suo intervento, ha ricordato “il cambio di prospettiva” nella gestione della malattia: “Sono 1,3 milioni di italiani guariti dalla malattia, dunque non più “il male incurabile” ma sempre più una malattia cronica. Per questo non basta prevenire il tumore, scoprirlo e curarlo; è necessario impostare un approccio integrato e multidisciplinare per favorire il completamento del processo riabilitativo. I dati ci dicono che i tumori colpiscono prevalentemente in età adulta-avanzata. Il sistema deve fornire risposte ai pazienti in età lavorativa. A queste persone occorre assicurare il sostentamento proprio e familiare, conciliando contestualmente le esigenze lavorative con quella di doversi sottoporre a interventi di follow up di controllo dell’evoluzione della malattia o ai trattamenti terapeutici” ha detto la Lorenzin sottolineando che “Le statistiche ci dicono che in Italia la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore ha raggiunto il 53%, con una riduzione della mortalità in tutte le aree del Paese. Questa percentuale di sopravvivenza pone l’Italia al terzo posto in Europa, nonostante una popolazione in costante invecchiamento. Un esempio: in Italia nel 1990 morivano 40 donne ogni 100 mila colpite dal tumore alla mammella; oggi sono 20, la metà. Progressi di analoghe proporzioni sono stati registrati per le patologie come il tumore del colon-retto e arriviamo all’80% di sopravvivenza nel caso del tumore della cervice uterina”.
Il Ministro ha poi parlato della prevenzione definendola “l’arma migliore che abbiamo per sconfiggere il cancro. Deve far parte della nostra vita, delle nostre abitudini: stili di vita, alimentazione, sport, attività di screening, la cura dell’ambiente. Dobbiamo insegnare ai bambini e ai loro genitori che la prevenzione è un dovere e non una scelta, fa parte dei doveri civici che ognuno di noi assume nei confronti di se stesso e della società. La sfida della sostenibilità del nostro sistema sanitario passa dall’assicurare prestazioni appropriate e allo stesso tempo mantenere tutti il più sani possibile. Rimane centrale in un programma integrato di prevenzione, quella secondaria: gli screening e controlli, rappresentano un appuntamento ineludibile per tutta la popolazione. La prevenzione ha permesso a milioni di donne di prendere in tempo una malattia che solo qualche anno fa le avrebbe uccise. Ho incontrato nelle piazze, in questi mesi migliaia di donne, con magliette rosa, coccarde, che testimoniano con la loro voglia di vivere come questa malattia si possa aggredire e sconfiggere”.
Sulla ricerca la Lorenzin ha concluso dicendo che “è motore di crescita, già oggi produciamo l’11% dei principi attivi a livello mondiale, ne esportiamo l’85% verso Stati Uniti, Europa, Giappone. Siamo già un’eccellenza. Dobbiamo spingere questo agente di sviluppo. Il Ministero della salute sta investendo 136 milioni di euro nel bando della ricerca finalizzata, mentre altri 60 milioni di euro sono destinati ai giovani ricercatori al di sotto dei quarant’anni. Il finanziamento della ricerca oncologica attraverso la ricerca corrente è valsa, dal 2008 al 2012, circa 50 ml di euro anno; nello stesso quadriennio altri 8 milioni di euro l’anno sono stati destinati ai soli IRCCS oncologici mentre 16 milioni sono andati a tutti gli altri partecipanti (Regioni, aziende ospedaliere) ai quali il conto capitale ha destinato nell’ultimo biennio altri 6 milioni di euro anno. L’investimento complessivo è intorno ai 55 milioni per anno per i soli IRCCS oncologici. Non sono certo le cifre che si mobilitano in paesi come gli Stati Uniti, per questo dobbiamo pensare a modi nuovi di attrarre investimenti nella ricerca che deve diventare una nostra priorità : ci aiuta infatti ad aumentare il benessere dell’Italia sia dal punto di vista della salute, sia da quello delle economie ad essa collegate”.