Sette alti dirigenti del Ministero della Salute sono sotto inchiesta da parte dei militari della finanza per il reato di disastro colposo, si apprende da fonti stampa. Sono, infatti, in corso una serie di verifiche sulla mancata vigilanza sul regime delle sostanze anoressizzanti, formalmente vietate ma acquistabili in farmacia sotto forma di preparati galenici. I nomi degli indagati non sono ancora stati iscritti nei registri della Procura.

L’inchiesta è partita indirettamente dal caso del giovane Luigi Marzulli, deceduto in seguito all’assunzione della fendimetrazina, che è stata poi sequestrata e ritirata dal commercio nel 2013. Una sostanza che, benchè bandita, non è stata inserita nella tabella delle sostanze da vietare nei prodotti galenici e che quindi continua a essere venduta senza difficoltà dietro prescrizione medica.

Secondo quanto comunicato dalla stampa, a causa della mancata vigilanza su tali sostanze anoressizzanti, gli indagati sarebbero responsabili di altri due casi gravissimi a Roma: il decesso di una signora nel mese di giugno 2016 e le lesioni a danno di un’altra persona, colpita da ictus nel 2014.

“E’ necessario fare chiarezza in tempi brevi in merito alle gravissime responsabilità nelle morti per “fendimetrazina”, potente sostanza anoressizzante formalmente vietata ma di fatto ancora utilizzata e venduta sotto forma di preparati galenici”, afferma Federconsumatori. “Chi è responsabile del mancato inserimento della sostanza incriminata nella tabella delle sostanze vietate nei preparati galenici? E perché si è verificata questa grave omissione? Come è stato possibile che all’interno del Ministero il problema sia stato di fatto ignorato? L’opinione pubblica ma soprattutto le famiglie delle persone decedute in seguito all’utilizzo di questi farmaci hanno diritto a risposte certe”.

Secondo Federconsumatori, la gravità di una situazione in cui precisi obblighi di controllo sono stati colpevolmente trascurati non può essere sottovalutata e l’associazione ribadisce l’assoluta necessità di vigilare sull’utilizzo e la prescrizione di farmaci anoressizzanti. “E’ urgente garantire un adeguato livello di vigilanza, perché le nostre cronache non debbano più riportare drammatiche notizie di chi è arrivato a morire per dimagrire”, conclude.


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