Resistenza agli antibiotici, allarme di salute pubblica. In Italia stimati 11 mila decessi l'anno (Foto Pixabay)

Resistenza agli antibiotici, minaccia alla salute pubblica. In Italia stimati 11 mila decessi l’anno

L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la resistenza agli antibiotici una della dieci principali minacce alla salute pubblica mondiale. Secondo le stime disponibili, le infezioni resistenti ai farmaci antimicrobici causano 35 mila decessi l’anno nella Ue, un terzo di questi è in Italia

La resistenza agli antibiotici è un grave problema di salute pubblica. Nel 2019 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato la resistenza antimicrobica una delle 10 principali minacce per la salute pubblica a livello mondiale. E i numeri lo confermano. Sono 11 mila i decessi annui in Italia attribuiti all’antibiotico-resistenza, quasi un terzo dell’area Ue. E anche se il consumo di antibiotici mostra una tendenza alla diminuzione (meno 37,4% fra il 2013 e il 2021) secondo gli esperti questo calo dipenderebbe soprattutto dall’impatto della pandemia. L’Italia continua a trattare il 28,2% di patologie come influenza, raffreddore e laringotracheiti in modo inappropriato col ricorso agli antibiotici (Fonte: Il Sole 24 Ore).

Resistenza agli antibiotici e uso appropriato dei farmaci

Nel 2022 tre persone su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici in Italia. Sull’uso appropriato degli antibiotici si concentrano da tempo una serie di campagne avviate dal Ministero della Salute e dall’Aifa, che richiamano all’uso corretto e consapevole degli antibiotici (non al fai da te) dietro prescrizione medica.

«Le infezioni resistenti ai farmaci antimicrobici provocano ogni anno oltre 35.000 decessi nelle Nazioni europee e purtroppo circa un terzo di questi decessi avviene in Italia. L’uso eccessivo e improprio di antibiotici in ambito umano, veterinario e zootecnico, insieme alla diffusione purtroppo ancora elevata dalle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, sono i principali fattori alla base dello sviluppo dell’antimicrobico-resistenza».

È quanto ha detto qualche giorno fa il Ministro della Salute Orazio Schillaci in occasione della  Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici, che si svolge nell’ambito della Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici, dal 18 al 24 novembre.

«Dai dati della Tessera Sanitaria – ha detto il Ministro – si stima che nel 2022tre persone su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con livelli d’uso più elevati nei bambini fino a 4 anni di età e nelle persone con più di 75 anni. Questo fa capire quanto sia urgente promuovere un uso appropriato degli antibiotici, facendo leva sulla corretta informazione, sulla responsabilità individuale e sul miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva».

La resistenza agli antibiotici e la salute pubblica

Come spiega il Ministero della Salute, la resistenza antimicrobica (AMR), e in particolare agli antibiotici, è la capacità di un microrganismo di sopravvivere o crescere in presenza di una concentrazione di agente antimicrobico generalmente sufficiente a inibire o uccidere il microrganismo. Si tratta di una minaccia sanitaria sempre più significativa a livello globale. Se gli antibiotici non hanno effetto, le malattie e le infezioni diventano difficili da curare e possono essere letali.

Il documento “Global burden of bacterial antimicrobial resistance in 2019: a systematic analysis”, pubblicato nel 2022 sulla rivista scientifica The Lancet, riporta una stima globale di 4,95 milioni (nel range 3,62–6,57) di decessi associati a infezioni causate da batteri resistenti registrate nel 2019, inclusi 1,27 milioni (95% UI 0,911–1,71) di decessi attribuibili a batteri AMR nel solo anno 2019. In queste stime non sono incluse le infezioni resistenti causate da altri tipi di microrganismi, come virus, funghi e parassiti. E la pandemia ha aggravato questa situazione.

Nel 2022 la Commissione europea ha definito la resistenza antimicrobica una delle tre principali minacce prioritarie per la salute nell’UE. E secondo le stime più recente, il costante aumento della resistenza agli antibiotici sarebbe causa di 10 milioni di decessi l’anno a livello mondiale e oltre 35mila morti l’anno nell’Unione europea (compreso lo Spazio Economico Europeo). Circa un terzo dei decessi a livello europeo si verificano in Italia.

 

 

Resistenza agli antibiotici negli ospedali, ISS: tassi elevati con qualche segno di calo

In Italia dati aggiornati sulla diffusione della resistenza agli antibiotici all’interno degli ospedali vengono dall’Istituto Superiore di Sanità.

“In Italia negli ospedali restano alte le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici rilevate nei microrganismi ‘sorvegliati’, anche se per alcune combinazioni microrganismo/antibiotico si continua ad osservare un andamento in diminuzione; cresce leggermente la prevalenza dei pazienti con una infezione correlata all’assistenza negli ospedali per acuti, mentre cala dopo il picco pandemico quella nelle terapie intensive”.

“In Italia, i dati ottenuti nell’ambito del sistema di sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza AR-ISS, condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che si basa su una rete di laboratori ospedalieri di microbiologia clinica, mostrano che nel 2022 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza in generale si mantengono elevate – prosegue l’analisi – Tuttavia, per alcune combinazioni patogeno/antibiotico, in particolare Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi si continua ad osservare un andamento in diminuzione rispetto agli anni precedenti (dal 33,2% nel 2015 al 24,9% nel 2022), mentre per Enterococcus faecium resistente alla vancomicina si osserva un continuo e preoccupante trend in aumento (la percentuale di isolati di resistenti alla vancomicina è passata dall’11,1% del 2015 al 30,7% nel 2022)”.


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