C’era da aspettarselo che in Italia il nuovo contraccettivo, la pillola dei 5 giorni dopo in vendita nelle farmacie dallo scorso 2 aprile, avrebbe fatto discutere. Nonostante la pillola, commercializzata con il nome di ElleOne, sia stata approvata dall’Autorità Europea dei Farmaci già a maggio 2009 e qualche mese fa dall’Agenzia Italiana del Farmaco, nella parte più cattolica del nostro Paese desta qualche preoccupazione (o malumore).  
Un gruppo di 85 parlamentari, riuniti in un “intergruppo per il valore della vita” hanno presentato ieri un’interrogazione al Ministro della Salute Renato Balduzzi e un esposto all’Antitrust  contro la pillola. Si sostiene che sia “potenzialmente abortiva” quindi in contrasto con la legge 194, che è a tutela della maternità, e in contrasto con la legge 405 sui consultori ed a tutela del prodotto del concepimento. EllaOne viene venduta come un contraccettivo di emergenza, mentre, secondo i parlamentari, si tratta di una pillola potenzialmente abortiva che impedisce all’eventuale embrione di annidarsi in utero e agisce, in pratica, uccidendolo. A differenza dell’anticoncezionale che interviene prima del concepimento, ElleOne può intervenire anche a concepimento avvenuto.
Il “gruppo per la vita” chiede quindi al Ministro Balduzzi di sospendere la commercializzazione della pillola, non compatibile con la legge italiana; l’esposto all’Antitrust punta il dito contro l’informazione non corretta, quasi ingannevole, sul meccanismo di funzionamento di questa pillola.
Non si è fatta attendere la reazione di chi non la pensa esattamente così. “La pillola dei 5 giorni dopo non è abortiva, anzi rappresenta un valido strumento per la salute delle donne, svolgendo un ruolo importante per scongiurare il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza – replica Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni che aggiunge – E’ già in vendita in 28 paesi, è stata approvata dall’Ema (Autorità europea dei farmaci) come contraccettivo d’emergenza nel maggio del 2009 e successivamente, nell’agosto 2010, anche dalla Fda statunitense. E’ tempo di finirla con queste ridicole divisioni tra coloro che si autodefiniscono per la vita e il resto del mondo“. Secondo il segretario dell’Associazione Coscioni “l’effettiva scissione è tra coloro che vedono i cittadini solo come elettori e coloro che fanno politica per tutelare realmente i diritti dei cittadini in quanto persone”. Il gruppo di parlamentari per la vita sta solo strumentalizzando la vicenda a fini elettorali, secondo Gallo, apportando tesi a-scientifiche e oscurantiste.
“Il farmaco in questione, infatti, non entra in contrasto con la legge 194 e neppure con la legge sui consultori. Al contrario, proclami di tal genere mettono a rischio la salute della donna che non può abortire nel momento in cui la sua salute è in pericolo e non può recarsi nei consultori, ormai pochissimi. Il Parlamento – conclude Filomena Gallo – si occupi piuttosto di garantire che norme, come la 194, siano applicate correttamente senza interruzioni di servizio e il Ministro della Salute Balduzzi si preoccupi di reperire più fondi per i consultori che stanno scomparendo“.


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3 thoughts on “Pillola 5 giorni dopo, tra attacchi e difese

  1. la reazione di Filomena Galllo mi sembra scientificamente assurda: se una donna fa ricorso ad un anticoncezionale alcuni giorni dopo il rapporto può essere solo per evitare le conseguenze dell’avvenuta fecondazione dell’ovulo da parte degli spermatozoi, ovvero l’impianto dell’embrione nelle pareti dell’utero mediante la mestruazione provocata. Ovvero la distruzione dell’embrione. Ma questo lo insegnano nei programmi di educazione sessuale alla scuola media.

  2. Molto semplice. Il povero concepito non è un consumatore: le sue proteste non arrivano alla Helpconsumatori. Il povero concepito non è un elettore: le sue proteste non arrivano alla democrazia rappresentativa parlamentare. Le leggi che questa emette lo rendono un non-soggetto di diritto. E’ la legge del più forte.

Parliamone ;-)

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