Antibiotici, Pediatri lanciano decalogo su corretto uso
Dalla Società italiana di pediatria (SIP) arriva un decalogo per il corretto uso degli antibiotici in età pediatrica. L’iniziativa viene lanciata in occasione della Settimana mondiale di sensibilizzazione all’uso degli antibiotici promossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) fino al 19 novembre. In Italia le ospedalizzazioni per infezioni antibiotico-resistenti sono quasi 80 mila, ha detto la Società di pediatria, e corrispondono al 36% delle infezioni ospedalizzate.
“Gli antibiotici sono una risorsa preziosa e quindi, come ci ricorda l’OMS, è importante che vengano sempre assunti sotto la guida del medico – ha detto il presidente SIP Alberto Villani – L’uso corretto e consapevole non solo assicura il miglior risultato, ma contribuisce a ridurre la resistenza. In Italia le ospedalizzazioni per infezioni antibiotico-resistenti (78.570) corrispondono al 36% delle infezioni ospedalizzate e al 2,3% delle ospedalizzazioni totali con un costo di circa 320 milioni di euro”.
Per favorire l’uso corretto e responsabile degli antibiotici in Pediatria la SIP ha redatto dunque un decalogo. Nel documento si ricorda che gli antibiotici sono utili solo per curare le infezioni batteriche e vanno usati sono quando servono. Assumere un antibiotico, se non serve, non aiuta a far passare prima la febbre, ricorda la Sip, che pone poi un netto “no al fai da te”: prima di far assumere un antibiotico ai bambini bisogna parlarne col pediatra.
“Il bambino non è un piccolo adulto: la dose di antibiotico va decisa dal pediatra”, spiega ancora la Sip, ricordando che l’antibiotico va somministrato alla dose giusta: dare più antibiotico non serve a guarire prima. Ci sono alcune regole semplici per prevenire le infezioni: lavarsi le mani, coprire naso e bocca quando si tossisce. La Sip consiglia poi di eseguire le vaccinazioni consigliate, perché “la vaccinazione è l’unico strumento efficace per prevenire numerose malattie”. Non bisogna abusare degli antibiotici perché i batteri possono sviluppare resistenza. E, concludono i pediatri, “trattare una infezione antibiotico-resistente è più difficile. Può richiedere più tempo, più farmaci e talvolta un ricovero protratto in ospedale”.