Parlamento europeo: stop ai residui di pesticidi vietati negli alimenti importati (Foto Pixabay)

Il Parlamento europeo blocca i residui di pesticidi negli alimenti importati. I parlamentari hanno infatti posto il veto alla proposta della Commissione europea di consentire residui di tre pesticidi vietati nella Ue in alcuni prodotti alimentari e mangimi importati. “I cittadini europei devono essere protetti dai residui di pesticidi nei prodotti importati”, informa il Parlamento.

I prodotti importati devono seguire gli stessi standard di sicurezza di quelli europei. E la Commissione dovrà ritirare la sua proposta di autorizzare livelli di residui di diversi pesticidi già vitati nella Ue negli alimenti importati.

Stop ai residui di pesticidi in cibi importati

I pesticidi che l’Europarlamento ha bloccato sono carbendazim, thiophanate-methyl e cyproconazole, che «non possono più essere approvati nell’UE a causa dei loro comprovati effetti nocivi sulla salute umana, tra cui cancerogenicità, tossicità riproduttiva e alterazione endocrina», ha commentato Pan Europe (Pesticide Action Network).

L’obiezione al carbendazim e al tiofanato-metile è stata sostenuta da 516 deputati, mentre l’obiezione al ciproconazolo da 522 deputati.

Nella decisione di ieri il Parlamento ha dunque respinto due decisioni della Commissione che autorizzavano tolleranze all’importazione (note anche come livelli massimi di residui) per il ciproconazolo e lo spirodiclofene su una grande quantità di prodotti fra i quali quali cereali, semi, carne, nonché per il benomil, il carbendazim e il tiofanato metile su determinati prodotti come limoni, lime, mandarini. L’uso di tutti questi pesticidi è già vietato nell’UE.

Le risoluzioni di accompagnamento sottolineano che i prodotti agricoli importati da paesi terzi devono seguire gli stessi standard dei prodotti fabbricati nell’UE per garantire condizioni di parità. Consentire livelli massimi di residui più elevati per le importazioni metterebbe inoltre a repentaglio la salute dei cittadini in Europa e nei paesi produttori.

La Commissione deve ora ritirare le sue proposte. I deputati hanno chiesto inoltre alla Commissione di presentare un nuovo progetto che riduca tutti i livelli massimi di residui al limite di determinazione (la quantità più bassa alla quale possono essere rilevati) o al valore predefinito di 0,01 mg/kg per tutti gli usi, e di rifiutare qualsiasi richiesta di tolleranze all’importazione.

Pan Europe: vittoria per sicurezza consumatori e concorrenza leale

Nella decisione della Commissione, rivendica Pan Europe, i tre pesticidi erano stati consentiti in alcuni alimenti “solo per compiacere i partner commerciali”.

Il veto del Parlamento, prosegue Pan Europe, “salvaguarda lo standard di protezione dei consumatori dell’UE, che consiste nel prevenire qualsiasi esposizione umana a pesticidi nocivi. Blocca inoltre una decisione che avrebbe messo gli agricoltori dell’UE in una concorrenza sleale, dando al contempo luce verde all’uso di queste sostanze molto pericolose nei paesi terzi”.

Ha commentato Salomé Roynel, Policy Officer presso Pan Europe: «Il veto del Parlamento europeo costringe la Commissione a vietare i residui di questi tre pesticidi vietati. Questa è una vittoria per la sicurezza dei consumatori, la concorrenza leale per gli agricoltori dell’UE e la salute dei lavoratori in tutto il mondo».

Soddisfazione arriva anche da Coldiretti e Filiera Italia.

“L’obiettivo dell’Unione Europea deve essere quello di proteggere la salute dei consumatori e degli operatori agricoli europei – hanno detto Coldiretti e Filiera Italia -, nonché di garantire una concorrenza leale per gli agricoltori europei. L’introduzione di tolleranze per le sostanze vietate avrebbe permesso l’ingresso nel mercato europeo di prodotti provenienti da Paesi terzi con residui superiori a quelli consentiti per i prodotti europei, danneggiando gli agricoltori dell’Ue e compromettendo il principio di reciprocità nel commercio internazionale. Le sostanze vietate sono state bandite dall’Ue a causa delle numerose preoccupazioni legate alla salute e alla sicurezza alimentare. Fissare un limite di residui pari al limite di determinazione analitica di 0,01 mg/kg come proposto nella mozione rappresenterebbe ora una misura essenziale per garantire che i consumatori europei non siano esposti a rischi evitabili e che gli agricoltori europei non subiscano una concorrenza sleale”.


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