Nuovi farmaci per Epatite C, Cittadinanzattiva e Epac: “Indisponibili per i pazienti”
Polemica sull’accesso ai nuovi farmaci salvavita contro l’Epatite C: Cittadinanzattiva ed Epac denunciato forti limitazioni, ostacoli e ritardi nella possibilità da parte dei cittadini di ottenere questi importanti medicinali. Questo quadro si verifica comunque dopo una lunga attesa: 18 mesi per ottenere il provvedimento dell’Aifa, pubblicato in Gazzetta Ufficiale due mesi fa, che prevede la rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Decisione che avrebbe garantito ai cittadini l’accesso gratuito ad una terapia rivoluzionaria e salvavita; purtroppo le Regioni stanno ritardando inspiegabilmente l’adozione delle decisioni.
La delibera dell’Agenzia italiana del farmaco, infatti, prevede che i nuovi farmaci siano prescritti a carico del SSN soltanto dalle strutture sanitarie individuate da ciascuna Regione; ad oggi alcune Regioni non hanno ancora neanche deliberato quali siano i centri prescrittori autorizzati. Da una prima ricognizione condotta da Cittadinanzattiva ed Epac Onlus risultano inadempienti Calabria, Emilia Romagna, Marche, Sardegna, Sicilia.
“Praticamente lo Stato centrale ha deciso sulla carta di garantire e sostenere le cure ai cittadini affetti da Epatite C, ma nella realtà, a causa di resistenze anche per motivi di budget o inefficienze delle macchine burocratiche di alcune Regioni, si sta ostacolando e rallentando fortemente l’accesso, con gravi conseguenze sullo stato di salute dei cittadini” ha dichiarato Tonino Aceti Responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva.
Ivan Gardini, Presidente di Epac Onlus ha aggiunto: “Si stanno formando delle vere e proprie liste di attesa con centinaia di pazienti che stanno aspettando di essere curati con i nuovi farmaci. Molti di questi pazienti hanno uno stadio avanzato della malattia, la cirrosi, e sono al limite della eleggibilità a queste nuove cure: di fatto non possono aspettare e col trascorrere del tempo si allontana la loro unica possibilità di bloccare l’evoluzione della patologia. Nel concreto, se non curati, sono condannati alle inenarrabili sofferenze dello scompenso epatico, al decesso o al trapianto di fegato per i più fortunati”.
Le due Associazioni chiedono che tutte le Regioni inadempienti attivino immediatamente le procedure amministrative (deliberare i centri prescrittori, inserimento nei Prontuari Terapeutici Ospedalieri Regionali) atte a garantire l’accesso tempestivo da parte dei pazienti alle nuove terapie, e che il Ministero della Salute nella sua funzione di garante dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza intervenga subito sulle Regioni che ad oggi risultano inadempienti. Intanto le Associazioni continueranno a monitorare e denunciare tutti gli impedimenti che i pazienti incontreranno, istituendo un Osservatorio permanente.
