L’88,2% dei parti si svolge negli istituti di cura pubblici. Il tasso di nati morti è fra i più bassi d’Europa, così come la percentuale di donne che effettuano la prima visita dopo la 12° settimana di gestazione. E’ in diminuzione,  ma ancora alto rispetto alla media europea, il ricorso al parto cesareo: il 37,5% dei parti avviene infatti con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano come in Italia vi sia un ricorso eccessivo al parto per via chirurgica. Sono questi alcuni dei dati principali del Rapporto sull’evento nascita in Italia, pubblicato sul sito del Ministero della Salute, che presenta le analisi dei dati rilevati per l’anno 2010 dal flusso informativo del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP).

Per quanto riguarda le caratteristiche dei punti nascita, l’88,2% dei parti avviene negli Istituti di cura pubblici, l’11,8% nelle case di cura e solo 0,1% altrove. Nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche, quali Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, le percentuali sono sensibilmente diverse. Il 67,9% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Il 7,1% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.

Il 18,3% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana: tale fenomeno è più diffuso al centro nord dove oltre il 25% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna e Lombardia, quasi il 28% delle nascite è riferito a madri straniere. Le aree geografiche di provenienza più rappresentative, sono quella dell’Africa (26,9%) e dell’Unione Europea (25,5%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana sono rispettivamente il 18,4% e l’8,6% di quelle non italiane. L’età media della madre è di 32,6 anni per le italiane mentre scende a 29,3 anni per le cittadine straniere.

Nell’84,6% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 e nel 73,2% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre la 12° settimana è pari al 2,9%; tale percentuale sale al 13,8% per le donne straniere. Le donne con bassa scolarità si sottopongono alla prima visita più tardivamente delle donne con scolarità medio-alta (la prima visita è effettuata oltre la 12° settimana dal 9,9% delle donne con bassa scolarità e dal 3% delle donne con scolarità alta). In media sono state effettuate 13,6 amniocentesi ogni 100 parti. A livello nazionale alle madri con più di 40 anni il prelievo del liquido amniotico è stato effettuato nel 38,72% dei casi. In caso di parto naturale, la donna ha accanto a sé in oltre il 90% dei casi il padre del bambino.

I dati diffusi dal Ministero della Salute confermano il ricorso eccessivo al parto cesareo. Si registra un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate, in cui si rileva tale procedura in circa il 58,3% dei parti contro il 34,6% negli ospedali pubblici. Il parto cesareo è più frequente nelle donne con cittadinanza italiana rispetto alle donne straniere: nel 28,8% dei parti di madri straniere si ricorre al taglio cesareo mentre si registra una percentuale del 39,5% nei parti di madri italiane.


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