Manca l’amoxicillina, antibiotico dei bambini. Allarme dei pediatri: rischio da alternative inappropriate (Foto di Victoria_Regen da Pixabay)

Manca in tutta Italia l’amoxicillina, “l’antibiotico dei bambini” perché quello di prima scelta per diverse patologie infettive pediatriche. I pediatri hanno lanciato l’allarme sulla carenza di questo farmaco essenziale, quello più adatto a numerose patologie comuni fra i più piccoli, sia da solo che insieme all’acido clavulanico, e sul rischio rappresentato da alternative che in realtà risultano inappropriate. Per questo l’Associazione culturale pediatri (Acp) insieme alla Sip (Società italiana di pediatria) e alla Fimp (Federazione italiana medici pediatri) ha scritto all’Aifa per denunciare “il caso Amoxicillina” e chiedere di attivare “iniziative efficienti affinché si sopperisca alla carenza di farmaci classificati come “essenziali”.

Il caso amoxicillina

La carenza di amoxicillina, farmaco di primo intervento in età pediatrica, persiste dal novembre 2022 ma ora si è aggravata.

“Se a partire dal 2021 la carenza riguardava alcune formulazioni d’uso ospedaliero, come riconosciuto  anche da AIFA, da alcuni mesi la carenza a livello territoriale riguarda tutte le formulazioni di amoxicillina, come un fenomeno ciclico in alcune realtà, cronico in altre – scrivono i pediatri – Si tratta di un grave e serio problema, e non solo per l’attività pediatrica delle cure primarie.Questo antibiotico è infatti la prima scelta per tutte le più comuni patologie infettive, come indicato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da tutte le linee guida internazionali pertinenti.Questo perché è a basso costo, è efficace e ben tollerato, ha bassi rischi di effetti avversi e soprattutto contribuisce al controllo dell’antibiotico resistenza, di cui l’Italia ha il triste primato in Europa, insieme alla Spagna”.

Amoxicillina e rischio di alternative inappropriate

La resistenza agli antibiotici è un grande problema sanitario che mette a rischio l’intera comunità.

“Perché l’amoxicillina è introvabile? Probabilmente proprio per il suo basso prezzo, che non invoglia l’industria farmaceutica alla produzione”, scrivono i pediatri.

Il risultato denunciato è che la carenza di amoxicillina sta portando alla prescrizione di alternative terapeutiche inappropriate, che aumentano il rischio di effetti avversi. “Succede ad esempio per il trattamento di faringotonsillite da SBEA, otite e polmonite batterica, infezioni target per l’uso di amoxicillina e dove ogni alternativa terapeutica rappresenta una scelta non appropriata – spiegano i pediatri – Ancora, in termini di antibiotico resistenza, pensiamo ai ceppi di E. Coli, sempre più resistenti all’amoxicillina-acido clavulanico, maggiormente  e impropriamente utilizzato oggi nel contesto pediatrico italiano. Questo nonostante in un recente passato la stessa AIFA abbia sottolineato, giustamente, il carente utilizzo di amoxicillina, documentato anche durante il lockdown, raccomandando vivamente di orientare la prescrizione verso questo antibiotico laddove indicato”.

«Da diversi mesi però, i pediatri sono costretti a fare esattamente il contrario, non potendo la scelta prescrittiva essere dettata dalla appropriatezza, ma dalla disponibilità delle farmacie – spiega Stefania Manetti, presidente ACP – Ci stiamo adeguando a una carenza sempre più cronica e diffusa, anche durante l’attuale epidemia di infezioni streptococciche che a sua volta ha acuito il problema della scarsa disponibilità e della inappropriatezza prescrittiva, con il rischio di trovarci di fronte a complicanze suppurative sempre più difficili da trattare, come già segnalato da alcuni reparti ospedalieri pediatrici».

In pratica, in assenza di amoxicillina, si prescrivono i farmaci disponibili, non quelli più adatti alla patologia da trattare. E questo rappresenta un problema. La carenza di farmaci è problema mondiale, riconoscono i pediatri, ma la disponibilità di farmaci essenziali dovrebbe essere assicurata non solo in fase di produzione ma anche di distribuzione.

Quanto interesse per i bambini?

“L’appello che facciamo al Governo italiano e all’AIFA è dunque che vengano prontamente attivate iniziative efficienti affinché si sopperisca alla carenza di farmaci essenziali, che oggi limita la qualità delle cure di infezioni frequenti nella popolazione tutta – scrivono i pediatri – Una situazione che sta cronicizzando e deve essere prevenuta, sopperendo allo scarso interesse mostrato dall’industria verso una produzione troppo poco costosa per risultare economicamente interessante”.

È un rischio abbandonare la produzione di un farmaco di cui tanta popolazione ha bisogno. In questo caso si parla poi di bambini, anche se dalle parole dei pediatri emerge amarezza per quello che sembra uno scarso interesse di mercato nei confronti dei più piccoli. “In mancanza di aziende disposte a continuare a produrla, dovremmo considerare le possibili alternative che può fornire un sistema sanitario universalistico, che dovrebbe occuparsi della salute di tutte le persone e non abbandonare un farmaco efficace e poco costoso – scrivono nella lettera – Il nostro paese dispone di uno stabilimento chimico farmacologico militare con una rinomata tradizione nella realizzazione di prodotti farmacologici di primo soccorso. Sembra che non ci sia troppo interesse a occuparsi di questo problema, i bambini sono forse troppo pochi e poco importanti da questo punto di vista, anche se il problema non è solo pediatrico”.


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