Nell’era digitale l’informazione viaggia su internet e il web diventa, per i giovani, il “dottor web”. L’84% dei giovani si rivolge infatti alla rete per cercare informazioni mediche e scientifiche e trova più facile reperirle sui media online rispetto ai media tradizionali, anche se le notizie più affidabili sono considerate quelle di siti di informazione scientifica, dei siti delle associazioni mediche e di quelli delle associazioni dei pazienti, quindi quelli più “istituzionali”, o meglio più garantiti. È quanto emerge dalla ricerca “L’informazione medico-scientifica nell’era digitale” realizzata da Eikon Strategic Consulting su una community online, presentata oggi nell’ambito della Cerimonia di premiazione della quarta edizione del Premio Giornalistico “Riccardo Tomassetti” – Informazione e Salute NEXT GENERATION.
Quando cerca informazioni medico-scientifiche, l’84% di un campione composto in prevalenza di persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni preferisce aggiornarsi o chiarirsi le idee consultando i media online piuttosto che stampa, radio e tv. I canali considerati più affidabili sono i siti web di informazione scientifica e i siti delle associazioni mediche (80%) seguiti da quelli delle associazioni dei pazienti (65%) mentre solo il 48% considera affidabili le notizie raccolte su radio, tv e stampa e ancor meno sono considerati attendibili forum e social network (38%) e blog (35%).
Se la produzione di informazione si è democratizzata attraverso i media digitali, questi pongono nuove sfide alla divulgazione medico-scientifica e al giornalismo di settore. In uno scenario dominato dalla centralità del web, nuova importanza assumono il ruolo e la formazione del divulgatore scientifico. Si legge nella ricerca: “A differenza di altri contesti in cui blog e social network hanno un ruolo di primo piano, quando si tratta di informazioni che riguardano la salute, il navigatore predilige i siti medici e scientifici: consentono infatti all’internauta di trovare l’informazione che ‘rispecchia’ di più i suoi bisogni ma, nello stesso tempo, sono garantiti dal sapere medico e scientifico. In questo scenario, il giornalista scientifico perde la centralità del passato associata ai media tradizionali, ma ha davanti la sfida di inventare nuovi format narrativi,  che vedano un coinvolgimento sempre più significativo di medici, ricercatori e associazioni dei pazienti”.


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