Nel 2015 in Italia sono nati 601 bambini dalla fecondazione eterologa. L’anno precedente l’applicazione di questa tecnica è stata fatta per un periodo di tempo limitato – dopo la dichiarazione di incostituzionalità della legge 40/2004 nella parte che vietava l’eterologa – e il 2015 è il primo anno dall’entrata in vigore della legge in  cui l’eterologa è stata applicata in un numero di cicli più consistenti, pari a 2800. I dati vengono dalla Relazione annuale sullo stato di attuazione della Legge 40/2004 in materia di Procreazione medicalmente assistita (PMA), trasmessa al Parlamento a fine giugno.

Il quadro relativo all’applicazione della legge 40/2004 per l’anno 2015, spiega il Ministero della Salute, “offre poche variazioni rispetto alla situazione dell’anno precedente per quanto riguarda la fecondazione omologa”, mentre  “per la prima volta sono presentati i dati sulla fecondazione eterologa”. La Relazione conferma la tendenza per cui il maggior numero dei trattamenti di fecondazione assistita viene effettuato nei centri pubblici e privati convenzionati, pur essendo questi centri in numero inferiore ai centri privati. In particolare, il 31,1% dei centri è pubblico e vi si effettua il 38,6% dei cicli; il 6,6% è privato convenzionato e vi si effettua il 24,8% dei cicli; il 62,3% è privato e vi si effettua il 36,6% dei cicli. In totale il 63,4% dei cicli di trattamenti si effettua all’interno del SSN (in centri pubblici + privati convenzionati).

Considerando tutte le tecniche, sia omologa che eterologa, sia I livello (inseminazione), che di II livello (fecondazione in vitro), dal 2014 al 2105 aumentano le coppie trattate (da 70.826 a 74.292, pari a + 4.9 %), i cicli effettuati (da 90.957 a 95.110, pari a + 4.6 %) e i bambini nati vivi (da 12.720 a 12.836, pari a +0.9 %), pari al 2,6% dei nati nel 2015 (erano il 2,5% nel 2014). Diminuiscono invece le coppie (da 45.985 a 45.689), i cicli iniziati (da 55.705 a 55.329) e i nati (da 8.848 a 7.695) da tecniche di II e III livello omologhe a fresco, cioè la procedura più utilizzata dalle coppie.

Diminuiscono le gravidanze gemellari e anche le trigemine, queste ultime in linea con le media europea nonostante una persistente variabilità fra i centri. La valutazione su base decennale delle percentuali di successo per la fecondazione omologa evidenzia un andamento sostanzialmente invariato: per le tecniche di inseminazione semplice si ha un valore del 10,5% nel 2015 (dal 2005 a ora la percentuale oscilla da un massimo del 10,9% a un minimo del 9,9%), mentre per quelle di II e III livello si ha un 18,2% per tecniche a fresco (la percentuale era del 18,8 nel 2005, con un massimo del 20,9 nel 2010).

Nella Relazione sono presenti i primi dati disponibili sulla fecondazione eterologa. I cicli di trattamento con eterologa sono 2.800, pari al 2,9%, con 601 bambini nati vivi, pari al 4,7% dei nati totali dall’applicazione della PMA, e allo 0.1% dei nati in Italia.

Resta costante l’età media delle donne riceventi nelle tecniche omologhe a fresco, pari a 36.68 anni. Si conferma l’aumento progressivo delle donne con più di 40 anni che accedono a queste tecniche: sono il 33,7% nel 2015 mentre erano il 20,7% del 2005. Nella fecondazione eterologa l’età della donna è maggiore se la donazione è di ovociti (41.5 anni) e minore se la donazione è di seme (35.3). Aggiunge il Ministero: “Il primo anno di applicazione della fecondazione eterologa mostra diverse procedure nell’applicazione della tecnica, specie in riferimento all’importazione di gameti dall’estero: se la maggior parte dei cicli di trattamento utilizza gameti importati, una quota significativa è effettuata con embrioni formati all’estero, generati con seme esportato dall’Italia e ovociti di centri esteri, e successivamente importati in Italia per il trasferimento in utero”.


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