
Concorrenza, Antitrust: prenotazione visite e ritiro referti vanno estesi alle parafarmacie (Foto di hosny salah da Pixabay)
Farmacia dei servizi, Cittadinanzattiva- Federfarma presentano il VII Rapporto annuale
Cittadinanzattiva e Federfarma presentano il VII Rapporto sulla Farmacia dei servizi. Avanzano telemedicina, Cup e screening oncologici
Telemedicina, servizi di prenotazione Cup e screening oncologici. Sono queste le aree di maggiore crescita della Farmacia dei Servizi. Cala invece, la partecipazione alla promozione dell’aderenza alle terapie e il supporto all’assistenza domiciliare integrata. A rilevarlo è il VII Rapporto sulla farmacia presentato a Roma da Cittadinanzattiva e Federfarma con il supporto non condizionato di Teva, alla presenza del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
Farmacia dei servizi: Gemmato guarda alla stabilizzazione
«Dai dati finora emersi, sembra esserci la possibilità di confermare e rendere legge la farmacia dei servizi in un’ottica di contrasto alla desertificazione sanitaria e di contributo alla sostenibilità del Ssn», ha preannunciato il sottosegretario ricordando che proprio nella manovra di bilancio era stato fissato l’orizzonte temporale del prossimo settembre per una eventuale decisione.
Poi c’è il tema del trasferimento di ulteriori farmaci dalla distribuzione diretta alla convenzionata: «Il 13 marzo vi sarà un confronto tra Aifa e le strutture di vertice del ministero della Salute su ulteriori farmaci da spostare, per dimostrare non solo l’assenza di maggiori spese per il Sistema sanitario nazionale ma addirittura un risparmio», ha detto Gemmato.
Dal Rapporto sulla farmacia emerge come il 79,8% dei farmacisti intervistati dichiari di aver già iniziato a gestire la distribuzione dei farmaci riclassificati dalla fascia A-PHT (canale ospedaliero) alla fascia A (come da indicazioni Aifa): una novità apprezzata da chi ne usufruisce, a detta del 55,9% dei farmacisti, anche se ancora rilevante appare, agli occhi del 32,7%, la quota di cittadini che non ne ha consapevolezza.
Al riguardo, a esplicita domanda se fosse a conoscenza della novità che rende disponibili alcuni farmaci per il diabete, precedentemente distribuiti in diretta e Dpc, ora disponibili in regime convenzionato nelle farmacie di comunità, solo il 13,8% di persone ha risposto di esserne consapevole.
I primi risultati del Rapporto
Aumenta il numero delle farmacie coinvolte nella sperimentazione della farmacia dei serivizi: nei primi tre anni di rilevazioni, oscillava intorno al 60%, negli ultimi due anni supera il 70%. In costante ascesa anche l’adesione delle farmacie a iniziative di screening per tumore al colon-retto: si passa dal 18% del 2018 al 78,8% del 2024.
Tra i servizi offerti, è la telemedicina l’area di maggior crescita: se nel 2018 erano il 10% quelle che offrivano il telemonitoraggio della pressione arteriosa, nel 2024 si supera il 70%. Analogamente la telecardiologia passa dal 28% al 76,5%. Cresce la diffusione del servizio CUP, dal 63% del 2018 al 79,1% del 2024.
Non si consolida purtroppo il dato sull’impegno delle farmacie in tema di aderenza alle terapie: bassa la partecipazione dei farmacisti ai programmi di supporto (28,3%), con il 51,9% di loro che segnala ostacoli burocratici. Altra area che meriterebbe di essere rafforzata è quella relativa ai servizi di supporto all’Assistenza domiciliare integrata (Adi), con valori rispetto agli altri servizi offerti in farmacia sempre molto bassi (dal 7% del 2018 al 6,5% del 2024).
Un processo ancora da completare
«La transizione verso la farmacia dei servizi segna progressi ma il processo ancora non può ritenersi completato. Ulteriori avanzamenti su questo fronte si potranno ottenere anche considerando e dando seguito alle indicazioni emerse in questa edizione del Rapporto. In particolare, va favorito il processo che vede le farmacie come luogo privilegiato per effettuare le vaccinazioni, allargandone lo spettro, ma anche favorendo la diffusione di nuovi servizi a supporto dell’assistenza domiciliare e dell’aderenza terapeutica, nonché della medicina di genere», dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.
Focus farmaci equivalenti
I farmaci equivalenti sono abitualmente utilizzati dal 48,7% delle persone intervistate per la ricerca e un ulteriore 44,6% dichiara di assumerlo saltuariamente.
Chi proprio non lo usa è il 6,7% del campione. A livello territoriale, è il Sud l’area dove è più facile trovare persone che dichiarano di non assumere mai il farmaco equivalente, a fronte del Nord che, di contro, è l’area dove si registra un più diffuso consumo abituale di tali farmaci.
Tra i motivi di rifiuto dei farmaci equivalenti, i farmacisti (il 93,5%) rilevano nei cittadini il timore che non siano equivalenti in termini di efficacia, qualità e sicurezza, o problemi con l’identificazione della confezione (62,6%) o ancora abitudini che non si è disposti a cambiare (62,1%). Tra i pazienti che si rifiutano di assumere un farmaco equivalente, prevale il timore che non siano “equivalenti” (57,9%), la fermezza di non volersi assumere alcuna responsabilità finché non sia il medico prescrittore a farlo (18,4%), la diversa composizione degli eccipienti (15,8%).
