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Con la pandemia povertà sanitaria in aumento

La pandemia da coronavirus lascerà in eredità l’aumento della povertà sanitaria. E senza l’intervento del Terzo Settore, l’Italia rischia di impoverirsi ancor più. È il monito che arriva dal Banco Farmaceutico onlus, che ha pubblicato il bilancio sociale 2019.

Il Bilancio sociale del Banco Farmaceutico

La onlus nel 2019 ha raccolto quasi 1 milione e 800 mila euro di confezioni di farmaci per un valore di quasi 20 milioni di euro. I dati sul primo semestre di quest’anno, comprensivi dell’emergenza Covid, registrano la raccolta di 1 milione e 200 mila farmaci nei primi sei mesi del 2020 per un valore di oltre 15 milioni e 600 mila euro.

Banco Farmaceutico si è impegnato nell’emergenza Covid. Oltre alla distribuzione dei farmaci ci sono state donazioni aziendali destinate a medici e infermieri impegnati nei reparti Covid. Alle tradizionali attività di sostegno delle realtà assistenziali, spiega il dossier, si è infatti affiancata la realizzazione di progetti destinati a fornire medicinali e attrezzature a medicie  infermieri degli ospedali e delle strutture sanitarie coinvolte nell’emergenza.

 

Farmaci e fake news

Povertà sanitaria in aumento

Ad aprire il documento è un intervento di Sergio Daniotti, Presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus, che sottolinea le prospettive di nuova povertà sanitaria per l’Italia. E senza il Terzo Settore, è la considerazione di fondo, il paese rischia di impoverirsi ancora di più.

«Quel che è certo – si legge nell’introduzione – è che chi già era povero sarà spinto in una posizione di ulteriore fragilità, e che aumenterà drasticamente il numero dei nuovi poveri. Non sappiamo quanti saranno in più. Sappiamo, però, che prima della pandemia il loro numero era già imponente: secondo i dati del VII Rapporto sulla povertà sanitaria di Banco Farmaceutico, nel 2019, 473.000 persone indigenti hanno chiesto aiuto agli enti assistenziali per ottenere cure e medicine che, altrimenti, non si sarebbero potute permettere. Nel 2020, l’aumento della povertà non sarà contestuale all’aumento della capacità di risposta degli enti assistenziali».


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