Assistente del farmacista, MNLF segnala i corsi all’Antitrust per “pubblicità ingannevole” (Foto di hosny salah da Pixabay)

Assistente del farmacista? Online ci sono corsi per “un ruolo che non esiste”. Questa l’accusa che viene dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, associazione dei farmacisti non titolari, che ha segnalato all’Antitrust una serie di aziende accusate di fare pubblicità ingannevole.

Nel mirino ci sono i corsi di formazione per la figura dell’assistente farmacista.

Assistente del farmacista, di chi si tratta?

“Con riferimento alle inserzioni in vari motori di ricerca per la preparazione e la frequentazione di corsi per “Assistente farmacista” – denuncia il MNLF – i messaggi sono ingannevoli perché inducono a pensare che questa sia una figura professionale realmente esistente e che la partecipazione a tali corsi dia accesso ad un lavoro da “Assistente farmacista”, fatto che non esiste nel CCNL”.

I liberi farmacisti spiegano che in alcuni corsi si offre una doppia certificazione; in altri un corso per la vendita di prodotti farmaceutici online. Altri affermano che l’assistente farmacista abbia il compito di somministrare i farmaci e inducono a credere che la certificazione rilasciata abbia un valore internazionale.

“In nessuno dei casi (tranne all’interno di una brochure e in modo non chiaro) si dice in maniera esaustiva – denuncia il MNLF – che tali corsi non sono abilitanti e che la figura professionale non esiste nel panorama delle attività lavorative in farmacia”.

I liberi farmacisti hanno dunque segnalato all’Antitrust diverse aziende, spiega una nota, “per violazione del Decreto Legislativo 2 agosto 2007, n. 145 (Pubblicità ingannevole) in attuazione dell’articolo 14 della direttiva 2005/29/CE che modifica la direttiva 84/450/CEEPerché la pratica commerciale è scorretta quando, in contrasto con il principio della diligenza professionale, falsa o è idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio che raggiunge o al quale è diretta. Sono ingannevoli i messaggi pubblicitari riguardanti lo svolgimento di alcuni corsi di formazione nei quali viene prospettata la certezza di conseguire, all’esito dei corsi, degli sbocchi professionali, circostanza in realtà non veritiera”.

All’Antitrust i liberi farmacisti chiedono dunque di interrompere quello che viene considerato “un “circo” di false promesse e di sanzionare le aziende che non interromperanno tale pratica”.

Assistente dei farmacista, la contrarietà dei dipendenti al farmacista “light”

Ma non è solo dai liberi farmacisti che arriva l’attenzione sulla figura dell’assistente di farmacia. Su farmacie.blog è infatti comparsa qualche giorno fa una lettera aperta che critica la figura dell’assistente del farmacista, ipotizzata da Assofarm come una delle soluzioni per far fronte alla carenza di farmacisti e “figura già collaudata in altri paesi europei, che verrebbe formata attraverso una laurea breve”.

“Questa figura – spiega la lettera firmata da diverse rappresentanze sindacali dei dipendenti – servirebbe secondo chi l’ha proposta a “sgravare il farmacista da mansioni che può fare anche un tecnico adeguatamente formato, svolgere funzioni distributive, logistiche e amministrative lasciando ovviamente al farmacista la supervisione sulla dispensazione del farmaco e sul rapporto consulenziale diretto col paziente”.

È una figura che non piace e per cui la lettera esprime preoccupazione e contrarietà.

Si legge nella lettera: “Ci lascia fortemente perplessi l’idea di un’evoluzione della farmacia che da una parte ci chiede di “formarci per trasformarci”, per acquisire più abilitazioni a mansioni biomediche (prelievo di campioni per test diagnostici, analisi su prelievo capillare, somministrazione di vaccini) e dall’altra ipotizza intanto di “sgravarci” delle mansioni caratteristiche della professione per cui abbiamo studiato, che ha come atto fondamentale proprio la dispensazione dei farmaci e il relativo consiglio. Non capiamo la logica per cui i farmacisti dovrebbero diventare vice infermieri mentre qualcun altro si mette a fare il vice farmacista (lasciandoci però la supervisione e quindi una parte di responsabilità)”.

“Non è certo la dispensazione dei farmaci la mansione di cui “sgravarci”, afferma la lettera, che ricorda le altre attività svolte dal farmacista nel momento in cui svolge compiti altri per carenze di organico, come dedicarsi al magazzino, fare prenotazioni al Cup o ricoprire da soli il turno nell’orario di lavoro che viene esteso senza prevedere nuovi organici, neanche di supporto.

“I “coadiutori” in farmacia in realtà sono sempre esistiti, senza laurea breve e con il divieto di consegnare farmaci (non sempre rispettato con abbastanza rigore), fino al momento in cui le aziende hanno smesso di assumerli valutando che un farmacista costava talmente poco che poteva esserci una convenienza organizzativa nel fargli fare tutto”, si legge ancora nella lettera.

Che aggiunge: “Ci sembra comunque decisamente pericoloso immaginare che nella polifunzionalità recentemente acquisita il farmacista perda la sua funzione sanitaria caratteristica di unico professionista abilitato alla dispensazione dei farmaci, allentando lo stretto binomio farmaco/farmacista normato dalle leggi sanitarie italiane”. “Farmacista light? No, grazie!” è l’emblematico titolo della lettera.


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