
Farmaci, Aifa: rischio di “grave danno epatico” per un farmaco usato in menopausa (Foto Pixabay)
Aifa: rischio di “grave danno epatico” per un farmaco usato in menopausa
L’Aifa ha diramato una nota informativa importante in cui segnala il rischio di “grave danno epatico” per l’uso di un farmaco, Veoza (fezolinetant), impiegato contro alcuni disturbi della menopausa come le vampate
Rischio di “grave danno epatico” per l’uso di un farmaco, Veoza (fezolinetant), utilizzato dalle donne contro alcuni disturbi della menopausa, come le vampate. È quanto segnalato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha diramato una “nota informativa importante” su questo farmaco e sul rischio di danno epatico, con nuove raccomandazioni per il monitoraggio della funzionalità epatica prima e durante il trattamento.
Veoza, spiega l’Aifa, contiene fezolinetant, un antagonista del recettore della neurochinina 3. È indicato per il trattamento dei sintomi vasomotori (VMS), da moderati a gravi, associati alla menopausa.
Spiega l’Agenzia nella nota informativa, concordata con le Autorità regolatorie europee: “Poiché Veoza è indicato per una condizione in donne altrimenti sane, il rischio di danno epatico grave può influire significativamente sul suo rapporto beneficio/rischio. Di conseguenza, l’esposizione a Veoza deve essere evitata nelle donne a maggior rischio di danno epatico ed è essenziale un’identificazione precoce del danno epatico potenziale”.
Il rischio di danno epatico segnalato dall’Aifa
È stato osservato, spiega l’Aifa, “grave danno epatico con fezolinetant”.
L’Agenzia spiega che prima dell’inizio del trattamento con fezolinetant “è necessario eseguire test di funzionalità epatica (LFT)” e che durante i primi tre mesi di trattamento, i test di funzionalità epatica “devono essere eseguiti ogni mese e successivamente in base al giudizio clinico. I LFT devono essere eseguiti inoltre quando si manifestano sintomi indicativi di danno epatico”.
Il trattamento con fezolinetant deve essere sospeso in una serie di situazioni che comprendono aumento delle transaminasi e della bilirubina totale oppure se le pazienti sviluppano sintomi di danno epatico.
“Si deve raccomandare ai pazienti – informa ancora l’Agenzia – di vigilare su segni o sintomi che potrebbero essere indicativi di danno epatico come stanchezza, prurito, ittero, urine scure, feci chiare, nausea, vomito, appetito ridotto e/o dolore addominale e di consultare immediatamente il medico se si manifestano”.
