Farmaci veterinari fino a dieci volte più cari di quelli utilizzati nel trattamento umano. Su questo aspetto, Codici è intervenuta oggi presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato ribadendo che le due proposte di legge, n. 499/2013 e 500/2013, esse non garantiscono affatto pari tutela di salute a condizioni economiche, sia per gli utenti che per il sistema sanitario veterinario nel suo complesso.In Italia ci troviamo di fronte ad una vera e propria distorsione del mercato dei farmaci veterinari”, dicono dall’associazione. “I costi delle cure veterinarie non sono più accettabili e pongono l’obbligo per le autorità nazionali di garantire la tutela della salute degli animali, anche per prevenire eventuali trasmissioni di malattie agli umani”.

È al vaglio della Commissione Europea il nuovo Regolamento Europeo dei Farmaci Veterinari che consentirà, molto probabilmente, l’uso in deroga dei farmaci veterinari non più a “cascata” inserite anche nelle due proposte di legge in discussione, ma a “ventaglio”, dando piena possibilità di scelta al veterinario di una qualsiasi altra opzione terapeutica disponibile, in caso di mancanza di farmaco veterinario.

“A nostro avviso, il nuovo Regolamento Europeo dei Farmaci Veterinari regolamenta in modo più soddisfacente per i consumatori la commercializzazione dei farmaci generici veterinari. Prevedendo l’identificazione del farmaco con il nome del principio attivo e non più gli attuali nomi commerciali e sarà imposta la dicitura “medicinale generico”, per una più facile e immediata identificazione da parte dei consumatori.

Migliaia di essi hanno sottoscritto petizioni promosse da alcune associazioni animaliste per denunciare l’incredibile distorsione del mercato del farmaco veterinario che genera costi di cura non più accettabili e per scuotere il Ministero della Salute dal suo disinteresse al problema.

Non è una questione che riguarda solo i proprietari di animali d’affezione, ma anche Asl e Comuni che gestiscono numeri rilevanti di randagi e anche quanti utilizzano, ad esempio, i cani nel lavoro (forze dell’ordine, protezione civile, non vedenti, pastori). L’elevato costo dei farmaci veterinari impedisce l’effettiva tutela della salute degli animali, rendendo impossibile per molte persone acquistare i farmaci necessari.

I farmaci veterinari non hanno alcun meccanismo di regolamentazione dei prezzi contrariamente a quanto avviene per quelli umani, che sono rimborsabili dal SSN. I prezzi sono determinati dalle dinamiche del mercato, in relazione a costi di produzione, autorizzazione all’immissione in commercio e rapporto domanda-offerta, caratterizzato da un mercato di dimensioni inferiori rispetto a quello dei medicinali umani e ripartito fra poche imprese, che sembra abbiano ogni interesse a tenere prezzi alti.

Inconsistenti appaiono le giustificazioni del Ministero della Salute sulla assenza di contrattazione del prezzo, sostenendo che quest’ultimo è regolato dal mercato, ma anche per i farmaci per uso umano l’autorizzazione all’immissione in commercio è correlata alla presentazione di studi che ne dimostrano l’efficacia e la sicurezza e quindi ai costi sostenuti in merito.

L’Associazione Codici sostiene fermamente la necessità di una contrattazione del prezzo che porti ad una politica su quest’ultimo equa e controllata.


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