L’Aifa ha iniziato il piano per l’eradicazione dell’epatite C e il primo passo è stato inserire i due principali farmaci utilizzati finora per il trattamento della malattia, l’Harvoni e il Sovaldi di Gilead in fascia C, quella cioè non rimborsabile. Contemporaneamente, l’Aifa ha trattato con l’azienda per un terzo farmaco che sta per mettere sul mercato e che è in grado di curare tutti i genotipi dell’infezione. Così ieri sono stati diffusi i nuovi criteri per arruolare i pazienti ai quali dare il trattamento gratis al quale prima potevano accedere solo coloro che Fino ad ora toccava solo chi avevano un’infezione in fase avanzata, e a un costo per il sistema sanitario di circa 14mila euro a paziente. Proprio la spesa aveva impedito di allargare le maglie dell’accesso e andava a finire che molti sieropositivi andavano all’estero.

Negli 11 criteri, scaturiti dal dialogo con le Società scientifiche e sono stati condivisi con la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell’AIFA, rientrano praticamente tutti i malati, anche quelli asinomatici.  Il Direttore Generale Mario Melazzini, prima dell’adozione formale, ha inoltre illustrato la nuova impostazione alle associazioni dei pazienti.

I criteri saranno implementati nei Registri di Monitoraggio dell’AIFA, che tracceranno la gestione della terapia dei singoli pazienti da parte dei Centri prescrittori individuati dalle Regioni. All’interno dei Registri di Monitoraggio sarà possibile inserire anche i pazienti da ritrattare con un’associazione di almeno 2 farmaci antivirali ad azione diretta di seconda generazione (Direct Acting Agents-DAAs) in seguito al fallimento di regimi di trattamento senza interferone.


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  • Criterio 1: Pazienti con cirrosi in classe di Child A o B e/o con HCC con risposta completa a terapie resettive chirurgiche o loco-regionali non candidabili a trapianto epatico nei quali la malattia epatica sia determinante per la prognosi.
  • Criterio 2: Epatite ricorrente HCV-RNA positiva del fegato trapiantato in paziente stabile clinicamente e con livelli ottimali di immunosoppressione.
  • Criterio 3: Epatite cronica con gravi manifestazioni extra-epatiche HCV-correlate (sindrome crioglobulinemica con danno d’organo, sindromi linfoproliferative a cellule B, insufficienza renale).
  • Criterio 4: Epatite cronica con fibrosi METAVIR F3 (o corrispondente Ishack).
  • Criterio 5: In lista per trapianto di fegato con cirrosi MELD <25 e/o con HCC all’interno dei criteri di Milano con la possibilità di una attesa in lista di almeno 2 mesi.
  • Criterio 6: Epatite cronica dopo trapianto di organo solido (non fegato) o di midollo in paziente stabile clinicamente e con livelli ottimali di immunosoppressione.
  • Criterio 7: Epatite cronica con fibrosi METAVIR F2 (o corrispondente Ishack) e/o comorbilità a rischio di progressione del danno epatico [coinfezione HBV, coinfezione HIV, malattie croniche di fegato non virali, diabete mellito in trattamento farmacologico, obesità (body mass index ≥30 kg/m2), emoglobinopatie e coagulopatie congenite].
  • Criterio 8: Epatite cronica con fibrosi METAVIR F0-F1 (o corrispondente Ishack) e/o comorbilità a rischio di progressione del danno epatico [coinfezione HBV, coinfezione HIV, malattie croniche di fegato non virali, diabete mellito in trattamento farmacologico, obesità (body mass index ≥30 kg/m2), emoglobinopatie e coagulopatie congenite].
  • Criterio 9: Operatori sanitari infetti.
  • Criterio 10: Epatite cronica o cirrosi epatica in paziente con insufficienza renale cronica in trattamento emodialitico.
  • Criterio 11: Epatite cronica nel paziente in lista d’attesa per trapianto di organo solido (non fegato) o di midollo.

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