
Screening oncologici, mancano all'appello due milioni e mezzo di test
Screening oncologici ed effetto Covid, la prevenzione va giù
Nei primi cinque mesi dell’anno l’effetto Covid si fa sentire sugli screening oncologici. Calano di oltre il 50% mammografie, screening colorettali e cervicali. Significa migliaia di tumori non diagnosticati, o diagnosticati in ritardo. I dati nell’Osservatorio sul federalismo civico in sanità di Cittadinanzattiva
L’effetto Covid si fa sentire in modo pesante sugli screening oncologici: fa crollare la prevenzione. Durante il lockdown di primavera l’impatto della pandemia è stato molto forte sui servizi essenziali quali gli screening oncologici. Con la sanità ferma, le mammografie si sono ridotte di quasi il 54%, lo screening colorettale di quasi il 55%, quello cervicale di oltre il 55%. Significa che la diagnosi arriva in ritardo di quasi tre mesi. E che ci sono migliaia di tumori non diagnosticati in tempo.
Il dato viene dall’Osservatorio civico sul federalismo in sanità di Cittadinanzattiva, un report pieno di dati sulle disuguaglianze regionali in termini di prevenzione, assistenza ospedaliera e territoriale.
«Sulle coperture vaccinali non c’è un’area del Paese che brilli più delle altre; sull’adesione agli screening oncologici il Sud è molto indietro ma l’effetto covid si fa sentire in tutta Italia. Così come l’emergenza sanitaria ha mostrato quanto le carenze nell’assistenza territoriale e in quella domiciliare accomunino varie aree del nostro territorio. E i pazienti con malattie rare hanno dovuto fare i conti con tagli all’assistenza socio-sanitaria durante il periodo di lockdown».

Effetto Covid sugli screening oncologici: test fermi
Se questo è il quadro generale, uno dei fenomeni che salta agli occhi è l’effetto Covid sugli screening oncologici. L’epidemia da coronavirus, si legge nel dossier, «ha avuto impatti su molti servizi riconosciuti come essenziali, fra cui gli screening oncologici».
Il risultato è stato che «gran parte delle Regioni ha stabilito la sospensione degli esami di primo livello, interrompendo le chiamate attive, e di mantenere gli approfondimenti quando non procrastinabili, spesso attraverso un triage telefonico».
La sanità bloccata intorno all’emergenza ha rallentato o sospeso gli screening oncologici, che già risentono di forti differenze regionali. Nei primi cinque mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, l’effetto Covid sugli screening oncologici fa sì che la Toscana registri un ritardo del 40,7% nell’erogazione degli screening mammografici mentre la Calabria arriva al 71,2%. Sul colorettale, Calabria e Lazio registrano una riduzione di oltre il 72% che, nel caso del Lazio, corrisponde circa a 540 casi in meno diagnosticati di tumore.
Mammografie che mancano…
Mancano all’appello quasi mezzo milione di mammografie. Oltre duemila carcinomi non diagnosticati.
Dall’indagine sugli screening mammografici emerge che «i test eseguiti in meno rispetto al 2019 sono complessivamente 472.389, una riduzione del 53,8%. Ci sono oscillazioni fra le Regioni, ma solo una Regione (Toscana) alla fine del Maggio 2020 ha accumulato un ritardo vicino al 40%. Le altre Regioni hanno ritardi superiori. Questo valore trasformato in tempo diviene un ritardo medio di 2,7 mesi standard (con oscillazioni da 2 al 3,6). Il numero di carcinomi non diagnosticati è stimato superiore a 2.000 (2.099»).
… insieme allo screening colorettale…
Ci sono quasi seicentomila test di screening colorettale in meno rispetto al 2019: sono complessivamente 585.287 in meno per un calo del 54,9%.
Ci sono oscillazioni ma solo 3 regioni (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Umbria) alla fine di maggio 2020 hanno accumulato ritardi inferiori al 40%. Questo valore trasformato in tempo diviene un ritardo medio di 2,7 mesi standard (con oscillazioni da 1,6 a 3,6). Il numero di carcinomi non diagnosticati è stimato superiore a 600 e il numero di adenomi avanzati non identificati raggiunge quasi il numero di 4.000 (3.953).
… e allo screening cervicale
Stesso andamento drammatico per lo screening cervicale. I test eseguiti in meno rispetto all’anno scorso sono complessivamente 371.273 (meno 55,3%). Nessuna regione alla fine di maggio 2020 ha accumulato ritardi inferiori al 40%. Questo valore trasformato in tempo diviene un ritardo medio di 2,8 mesi standard (con oscillazioni che vanno da 2,1 a 3,2 mesi standard). Il numero di lesioni CIN 2 o più gravi non diagnosticati è stimato in 1.676.
Screening oncologici e Regioni
Su questo va considerata anche la differenza regionale di adesione alla prevenzione attraverso gli screening oncologici.
L’adesione allo screening mammografico, sottolinea Cittadinanzattiva, è più alta in Emilia Romagna (77%) mentre va male la Campania dove aderisce appena il 22%. Per lo screening cervicale organizzato l’adesione in Valle D’Aosta raggiunge il 77% mentre tantissime le regioni inadempienti con al minimo la Campania dove raggiunge appena il 21%.
Per lo screening colorettale, la Lombardia conta il 71% di adesione; va malissimo la Puglia con appena il 4% e la Calabria con il 6%.
