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Pit Salute, il SSN e l'effetto Covid sulle cure

La pandemia ha avuto un effetto dirompente sulle cure ordinarie, tutte quelle che non erano emergenza Covid e che rischiano di diventare, oggi o nel prossimo futuro, emergenza di salute. Ci sono state visite annullate, esami rimandati, comprese ecografie e prestazioni di oncologia. Nei mesi passati oltre sette cittadini su dieci hanno segnalato il problema dell’annullamento di visite ed esami. “I nodi vengono al pettine”, dice Cittadinanzattiva analizzando questo aspetto nel Pit Salute di quest’anno.

Pit Salute e Covid: “I nodi vengono al pettine”

La pandemia non cade nel vuoto ma fa emergere il tema dell’accesso alle cure sanitarie e dell’assistenza territoriale, due aspetti particolarmente critici della sanità italiana.

«I nodi purtroppo vengono al pettine e l’esplosione della pandemia ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità il tema dell’accesso alle prestazioni e dell’assistenza territoriale, due ambiti da anni sottoposti a continui tagli di risorse economiche e di personale – ha detto Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – Sembra esserci un unico fil rouge che lega le segnalazioni degli anni pre–covid e quelle dell’ultimo anno che confermano l’urgenza di interventi rapidi ed immediati per “arginare” le tante emergenze nell’emergenza che stanno esplodendo in questi mesi come le mancate diagnosi di tumori o la discontinuità delle cure per i pazienti cronici».

Pit Salute: ecco l’effetto Covid sulle cure “ordinarie”

Nel rapporto Pit Salute di quest’anno di Cittadinanzattiva, che fotografa lo stato del SSN dal punto di vista dei cittadini, ci sono le segnalazioni dei cittadini relative al 2019, le segnalazioni che riguardano all’emergenza Covid registrate dal 1° gennaio al 30 settembre 2020 e un approfondimento sulle tendenze fra il 2015 e il 2019.

L’effetto del Covid sulle cure ordinarie è stato quello di avere esami e visite annullate, nonché liste di attesa e situazioni di criticità nelle RSA.

Una quota consistente di segnalazioni, oltre il 70%, riguarda la riapertura delle attività ambulatoriali durante il lockdown e in Fase 2 e le liste d’attesa (70,7%).

«I disagi maggiormente segnalati rispetto a quest’ambito – spiega Cittadinanzattiva – riguardano l’annullamento di visite ed esami già prenotati prima che esplodesse la pandemia (49,9%): non infrequenti le segnalazioni e i casi emblematici di cancellazioni di ecografie ed altre prestazioni previste per malati oncologici. Nel 34.4% dei casi, i cittadini segnalano la difficoltà di prenotare nuove visite ed esami, in alcuni casi è impossibile effettuare le prenotazioni a causa del “blocco” delle liste d’attesa».

Al secondo posto per numero di segnalazioni c’è l’assistenza territoriale. Di queste, quasi la metà riguarda le strutture residenziali (42,8%), dato che rispecchia le criticità esplose durante l’emergenza Covid in queste strutture diventate purtroppo focolaio di contagi.

Accesso alle prestazioni sanitarie e assistenza territoriale, due grandi problemi

Il Pit Salute evidenzia come detto due grandi criticità del servizio sanitario: l’accesso alle prestazioni sanitarie e l’assistenza territoriale. Non da oggi ma nell’arco degli ultimi cinque anni.

Le segnalazioni che i cittadini hanno fatto ai servizi di tutela di Cittadinanzattiva nel corso del 2019 segnalano come principali problemi l’accesso alle prestazioni (25,4%) e l’assistenza territoriale (19,7%), seguiti dalla sicurezza delle strutture e presunta malpractice (17,3%), dall’assistenza ospedaliera e la mobilità (9,7%). A seguire nella classifica dei disservizi le segnalazioni su costi (9,2%), umanizzazione (4,8%) e farmaci (3,3%). Le liste d’attesa e ticket, rispettivamente 75% e 23,2%, sono state le voci sulle quali nel 2019 si sono concentrate le segnalazioni relative all’accesso alle prestazioni.

L’accesso alle prestazioni sanitarie è la voce più segnalata dai cittadini in questi anni, anche se in leggero calo (era il 30,5% nel 2015, è il 25,4% nel 2019). Mentre crescono le lamentele sull’assistenza territoriale (si passa dal 11,5% nel 2015 al 19,7% nel 2019).

Una voce trasversale è quella dei costi per i cittadini. Negli ultimi cinque anni è una segnalazione in crescita (dal 9,2% si passa al 13,5%). I cittadini denunciano soprattutto il costo dei ticket per esami diagnostici e visite specialistiche e quello delle prestazioni in intramoenia o fra privati per sfuggire a liste di attesa troppo lunghe.

I punti deboli del SSN

«Le criticità evidenziate dai cittadini nel 2019, così come negli ultimi cinque anni, facevano già presagire quelli che durante l’emergenza da coronavirus si sono mostrati come i punti più deboli del nostro Servizio Sanitario Nazionale», commenta Cittadinanzattiva.

Il Pit Salute evidenzia insomma che l’emergenza della pandemia ha fatto esplodere problemi che da tempo attraversavano il servizio sanitario nazionale. Non ultima quella sanità “ospedalocentrica” che va in crisi nel momento in cui gli ospedali non reggono più i flussi di pazienti Covid e non solo.

«Una lettura trasversale delle segnalazioni registrate nel 2019 e i “trend” degli ultimi cinque anni – dice ancora Cittadinanzattiva – ci restituisce sostanzialmente l’immagine di un SSN con problemi molto rilevanti di accesso alle prestazioni, con difficoltà via via in aumento, legate al progressivo impoverimento delle risorse e a deficit organizzativi dell’assistenza territoriale, alle quali fa da contraltare un’organizzazione “ospedale centrica” della rete sanitaria della presa in carico».


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