Chirurgia plastica, Italia ai primi posti al mondo
Liposuzione, aumento del seno e blefaroplastica, ovvero il ringiovanimento dello sguardo: sono questi i tre interventi di chirurgia plastica più praticati al mondo. La classifica dei paesi in cui si eseguono più interventi di chirurgia plastica vede in testa gli Stati Uniti, seguiti da Brasile, Cina, Giappone e Italia. Il Belpaese si piazza al sesto posto mondiale della chirurgia plastica come interventi praticati e numero di professionisti: qui si opera prima di tutto per l’aumento del seno. I dati vengono dalla ricerca “Global study of aesthetic/cosmetic surgery procedures performed in 2011”, promossa dall’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS).
In particolare, l’Italia è quarta al mondo per numero di interventi di mastoplastica additiva (aumento del seno), con il 5.1% degli interventi, e blefaroplastica, ossia il ringiovanimento dello sguardo, con il 5.9%. Per quanto riguarda la medicina estetica, agli italiani piace soprattutto l’acido ialuronico (quarto posto mondiale, con il 6.4% delle iniezioni) e il lipofilling, ossia l’iniezione del proprio grasso (quinto posto, 5.3%).
La geografia della chirurgia plastica in termini di interventi più praticati a livello mondiale vede al primo posto la liposuzione (19.9% di tutte le procedure chirurgiche), “tallonata” dall’aumento del seno (18.9%) e dalla blefaroplastica(11%). Per quanto riguarda la medicina estetica, l’iniezione di tossina botulinica primeggia ovunque, imponendosi con il 38.1% degli interventi. È seguita da acido ialuronico (23.2%) e rimozione dei peli superflui (10.9%).
Commenta Gianluca Campiglio, segretario nazionale dell’Isaps e membro del direttivo Aicpe (Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica): “Tra i dati più interessanti dell’indagine 2011 condotta dell’Isaps c’è il ruolo dell’Italia, che si conferma e si consolida come Paese chiave nel settore della chirurgia plastica. Nel nostro Paese si opera soprattutto per aumentare il seno. Nella medicina estetica, a differenza di quanto avviene nel resto del mondo, si registra ancora una certa resistenza nei confronti della tossina botulinica, a causa spesso di informazioni non sempre scientificamente corrette. Ai pazienti italiani piace di più l’acido ialuronico e si sta diffondendo molto anche il lipofilling, ossia il trapianto di grasso autologo”.