Un focolaio di influenza aviaria è stato individuato in un allevamento di polli del bresciano. E il centro per la sicurezza alimentare di Hong Kong ha annunciato di aver bloccato l’importazione di pollame, uova e prodotti di polli, dalla Lombardia per paura dell’influenza aviaria. Lo scrive l’agenzia Nuova Cina, secondo la quale il divieto arriva dopo la notifica della Commissione europea della diffusione di una forma di influenza aviaria nella provincia di Brescia. La Regione Lombardia chiede di non sollevare allarmi perché si tratta di un “focolaio poco patogeno” ma il Codacons chiede chiarimenti al Ministero della Salute.
Alla notizia del blocco delle importazioni, l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ha detto di essere in costante collegamento con il Servizio veterinario della Regione: Non bisogna però sollevare allarmismi fuori luogo, in quanto quello rinvenuto nel Bresciano è un focolaio di influenza aviaria a bassa patogenicità. Sottolineo: a bassa patogenicità, rilevato in un allevamento della filiera rurale, isolato rispetto ad altri allevamenti di carattere intensivo. Regione Lombardia – ha concluso l’assessore Fava – lavorerà anche attraverso i propri canali a Hong Kong, per risolvere al più presto una questione che non merita assolutamente di essere strumentalizzata”.
Il Codacons invece chiede chiarezza al Ministero della Salute e provvedimenti drastici. “E’ perfettamente inutile minimizzare l’accaduto con i soliti comunicati rassicuranti, se poi vengono bloccate le importazioni addirittura dell’intera Lombardia, con danno economico per tutti gli allevatori. Se questo divieto venisse decretato anche da altre nazioni, il danno sarebbe ancora più grande”. Per l’associazione, invece di parlare di allarmismi fuori luogo, la Regione dovrebbe incontrare il Ministero della Salute per circoscrivere il fenomeno e adottare gli opportuni provvedimenti. “Quello che conta in questi casi, infatti, non è fornire dichiarazioni rassicuranti, che appaiono inutili quanto fuori luogo e che poi, spesso, vengono smentite dai fatti, – afferma il Codacons – quanto adottare con prontezza misure drastiche per arginare la diffusione della malattia e tornare al più presto alla normalità”.


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