Il Tribunale di Gorizia ha assolto una farmacista di Monfalcone, imputata di omissione o rifiuto di atti d’ufficio per aver rifiutato di consegnare a una cliente la “pillola del giorno dopo”, dichiarandosi obiettrice di coscienza. Secondo quanto comunicato da fonti stampa, la farmacista di turno aveva rifiutato di vendere il farmaco, richiesto dalla cliente dietro prescrizione medica che indicava di assumerla nella stessa giornata. Il Pubblico Ministero aveva chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche e la condanna alla pena di quattro mesi di reclusione, coi benefici di legge; i giudici hanno invece deciso per “l’esclusione della punibilità della condotta”.

“Stupisce e sconcerta l’assoluzione della farmacista che aveva rifiutato di consegnare la pillola del giorno dopo: farmaco contraccettivo, prescritto con ricetta medica”, commenta Federconsumatori. “Viene ignorato il fatto conclamato che la pillola del giorno dopo e la pillola dei cinque giorni dopo, non sono farmaci abortivi, ma sono contraccettivi di emergenza, farmaci cioè che ritardano o inibiscono l’ovulazione”.

Secondo l’associazione, quindi, il rifiuto della farmacista appare ancora più ingiustificato e inammissibile, soprattutto alla luce dell’indicazione di assumere il farmaco in giornata. In attesa di conoscere le motivazioni della “non punibilità” della condotta della farmacista, Federconsumatori ribadisce l’impegno a tutelare le donne e i loro diritti, a interdire il ricorso all’obiezione di coscienza per rifiutare la prescrizione e la vendita dei farmaci contraccettivi di emergenza.

“Invitiamo tutte le donne che avessero avuto problemi simili a segnalarlo alla nostra Associazione, per tutelare non solo i loro, ma i diritti alla libertà di tutte”, conclude Federconsumatori.


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