Le parole del consumatore: aspartame (Fonte foto Pixabay)

Dopo l’esclusiva della Reuters e l’anticipazione che l’aspartame potrebbe essere classificato come “possibile cancerogeno” dall’IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS, Organizzazione mondiale della Sanità, si riaccendono i riflettori su questo dolcificante, additivo alimentare autorizzato in diversi Stati Ue già a partire dagli anni Ottanta. Ma cosa è l’aspartame?

Aspartame, 200 volte più dolce dello zucchero

L’aspartame, spiega l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), è un edulcorante artificiale intenso, a basso tenore calorico. Si presenta come una polvere bianca e inodore ed è circa 200 volte più dolce dello zucchero.

In Europa è autorizzato l’uso come additivo alimentare in prodotti alimentari come bevande, prodotti di pasticceria e confetteria, prodotti lattieri, gomme da masticare, prodotti dietetici e per il controllo del peso, nonché come edulcorante da tavola. Dai soft drinks al dolcificante per sostituire lo zucchero, insomma, sono numerosi gli usi cui si presta l’aspartame. Nella Ue l’etichetta sui prodotti alimentari contenenti aspartame deve dichiarane la presenza, indicandone il nome o il suo numero con la E davanti (E 951).

“Da più di trent’anni – spiega ancora l’Efsa – questo edulcorante e i suoi derivati sono argomento di approfondite ricerche che comprendono studi sperimentali sugli animali, ricerche cliniche, studi sulle quantità assunte, studi epidemiologici e attività di sorveglianza successiva all’immissione in commercio. Da molti anni e in molti Paesi l’aspartame, a seguito di accurate valutazioni della sua sicurezza, è giudicato sicuro per il consumo umano”.

Nel 2013 l’Efsa ha pubblicato la sua prima valutazione integrale dei rischi associati all’aspartame. Nel parere conclude che l’aspartame e i suoi prodotti di degradazione sono innocui per la popolazione in genere (compresi neonati, bambini e donne in gravidanza). La dose giornaliera accettabile (DGA) di 40mg/kg di peso corporeo/giorno viene ritenuta protettiva per la popolazione generale e la stima dell’esposizione dei consumatori all’aspartame risulta di molto inferiore a tale DGA – che però non si applica a pazienti affetti da fenilchetonuria, una patologia che richiede la stretta osservanza di una dieta a ridotto tenore di fenilalanina.

Aspartame, i dubbi

Questo non ha però messo un punto sul dibattito relativo alla sicurezza dell’aspartame, che alcuni studi sospettano invece di cancerogenicità. Secondo uno studio osservazionale condotto in Francia lo scorso anno su oltre 100 mila persone, gli edulcoranti rappresenterebbero un fattore di rischio accresciuto per il cancro. “I partecipanti allo studio sono stati classificati in tre gruppi: i non consumatori di dolcificanti, i consumatori più «deboli» e i consumatori più «forti» (in media 79 grammi al giorno). È stato quindi osservato che tra questi ultimi e i non consumatori c’era il 13% di rischio supplementare di cancro. Gli stessi autori dello studio hanno riconosciuto che si tratta di una prima tappa che non permette, da sola, di concludere che gli edulcoranti siano cancerogeni” (Fonte: ItaliaOggi).

Lo scorso maggio, l’OMS ha pubblicato nuove linee guida in cui sconsiglia di usare dolcificanti non zuccherini per il controllo del peso o per ridurre il rischio di malattie non trasmissibili. Si tratta di dolcificanti fra i quali acesulfame K, aspartame, saccarina, sucralosio, stevia.


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