Sono affamati di novità, si informano su nuovi brand e nuovi prodotti e quando trovano qualcosa di interessante non vedono loro di dirlo a tutti. Sono gli “Influser” ovvero gli anticipatori dei consumi di domani. Era il 1962 quando il sociologo americano Everett M. Rogers, pubblicò il libro “Diffusion of Innovations”.Nel volume veniva illustrato come le innovazioni si diffondono nella società e come alcuni gruppi di persone siano più inclini a recepire le novità prima degli altri. Rogers parlò di “innovatori” e di “early adopter”, definendo così i due gruppi di persone in grado di guidare le scelte di adozione di novità, di prodotto o di servizio. E individuò in loro un target fondamentale per brand e aziende.

Chi sono oggi gli “innovatori”? Innanzitutto bisogna tenere presente che stiamo parlando di una cerchia molto ristretta di persone. Secondo Doxa, che ha condotto una ricerca sull’argomento per conto di Influse, con una doppia indagine (quantitativa e qualitativa), in Italia sono davvero pochi coloro che hanno le caratteristiche dell’”influser”. “La stragrande maggioranza degli intervistati, pari al 57% del totale, sono al più “curiosi”, ossia in equilibrio perenne tra passato e futuro”, precisa Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa. Al contrario, i cosiddetti profeti, pionieri e apripista arrivano appena al 4%.

Si tratta di individui che stanno con altre persone perché il loro senso di identità è intimamente legato alla sensazione di appartenenza a un gruppo e allo scambio che questo comporta. La buona notizia è che si può essere influser a qualsiasi età (il 62% ha superato i 35 anni ma un buon 38% ha tra i 18 e 35 anni) e le condizioni socioeconomiche e l’appartenenza geografica hanno davvero poca importanza si tratta però di un fenomeno che, forse a sorpresa interessa per il 38% il Sud e le Isole e, meno sorprendentemente il Nord-Ovest con il 37%.

Altro punto importante: tutti gli influser hanno diversi hobby e sono soliti coltivare interessi diversi, che esplorano attivamente e con continuità. Al primo posto c’è la tecnologia, elemento centrale del loro mondo. Seguono il mondo food, i viaggi e l’intrattenimento (con un focus su cinema, film e serie TV e concerti).

Tra i canali d’informazione più utilizzati dagli influser, Internet risulta in maniera significativa il principale strumento di interfaccia con il mondo. Gli influser, in particolare quelli più giovani, sono estremamente web confident, per loro online e offline sono la stessa cosa: Internet è uno strumento quotidiano, semplice e pratico, usato in primis per visitare i social network e relazionarsi con le community online. Del resto è proprio online che i più scovano le novità, individuano i trend futuri, tracciano un profilo dei consumi che verranno. E se ne fanno in definitiva portavoce. In modo naturale. Ricorrendo al buon vecchio passaparola.

Un po’ di attenzione va data anche alla ben più folta schiera dei “curiosi”, ovvero coloro che “si aprono alle novità, ma solo se convinte che possano migliorarne la vita”, spiega Scarpino. Seguono gli “esploratori” pari al 18% del totale. Attenti a come cambia la società, si sforzano di captare le novità in arrivo. L’altro zoccolo duro pari al 17% è fatto dagli “osservatori”: sono incuriositi dal progresso, ma sanno apprezzare (e molto) il tempo in cui vivono.

 

Notizia pubblicata il 11/05/2018 ore 17.33


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