Trasporto pubblico, novità in arrivo. Ma sarà davvero una rivoluzione?
Multe più salate e diritto al rimborso del prezzo del biglietto: sono queste le misure che permetteranno di rilanciare il trasporto pubblico locale? Secondo una bozza di decreto sul tpl, circolato nei giorni scorsi sulla stampa, saranno previsti rimborsi ai passeggeri se l’autobus è in ritardo (di mezz’ora in ambito urbano, altrimenti di un’ora) e maggiori sanzioni per chi non ha il biglietto. Le associazioni di consumatori sono però scettiche: le multe sono eccessive, i rimborsi insufficienti e comunque poco chiari. Come si farà a certificare il ritardo di un bus in città? E quanto le aziende si appelleranno alle emergenze “imprevedibili?”
Secondo quanto circolato sugli organi di stampa, la bozza del decreto sui trasporti pubblici locali prevede multe fino a 200 euro per chi viaggia senza biglietto: la sanzione va definita con legge regionale e dove la legge manca la multa è pari a 60 volte il valore del biglietto ordinario e comunque non superiore a 200 euro. Si prevede inoltre il diritto al rimborso del prezzo del biglietto se il servizio di trasporto pubblico locale ha un ritardo o una cancellazione di un’ora dalla partenza al capolinea, mezz’ora di ritardo in ambito urbano. Fanno eccezione i casi in cui il ritardo è imputabile a calamità naturali, scioperi ed emergenze imprevedibili.
Le novità annunciate sono però accolte con scetticismo dai Consumatori. Per il Codacons, ad esempio, la previsione di multe fino a 200 euro per viaggia senza biglietto rappresenta “una misura ridicola che non produrrà alcun effetto”. “Ovviamente siamo contrari a qualsiasi forma di evasione e riteniamo che chi sale su bus e metro senza biglietto vada punito – ha detto il presidente Carlo Rienzi – ma alla luce dello stato pietoso dei trasporti pubblici locali e dei tanti disagi che quotidianamente assillano l’utenza, sarebbe stato ovvio pensare a misure che potenzino il servizio, e non certo a punizioni pesanti per i passeggeri, già danneggiati da disservizi, problemi tecnici e scioperi costanti. Sarebbe stato logico introdurre multe e sanzioni per quelle aziende che non garantiscono un servizio efficiente e puntuale ai passeggeri, e invece ancora una volta si mira a punire solo ed esclusivamente i cittadini”. Non convince per niente neanche il rimborso previsto per i ritardi dei bus superiori a mezz’ora, che il Codacons considera senza mezzi termini una “bufala” che “che rischia di tradursi in una colossale presa in giro per gli utenti”. Perché? “Per ottenere il rimborso del costo del biglietto in caso di ritardi, i passeggeri dovranno affrontare un vero e proprio percorso ad ostacoli, che quasi sempre li vedrà perdenti – spiega il presidente Carlo Rienzi – Le aziende del trasporto, infatti, potranno appellarsi ad “eventi imprevedibili” come causa dei ritardi, ed essere così sollevate da qualsiasi forma di indennizzo. Considerata la genericità della definizione “imprevedibili”, che potrebbe inglobare tutto, dalle auto in doppia fila al maltempo, siamo certi che raramente gli utenti riusciranno ad ottenere rimborso. Ancor più se si considera che in molte città le fermate dei bus non indicano gli orari precisi del passaggio dei mezzi, circostanza che rende impossibile stabilire quando il ritardo superi i 30 minuti”.
L’Adoc a sua volta apprezza l’iniziativa ma evidenzia punto per punto numerose criticità. “Apprezziamo la volontà del Governo di prevedere risarcimenti e/o rimborsi per gli utenti causati dal mancato o inefficiente servizio del Tpl – ha detto Roberto Tascini, presidente dell’Adoc – ma, in base alle indiscrezioni apparse sugli organi di stampa, nutriamo numerosi dubbi sulla reale e concreta applicabilità della norma, in particolare sulla certificazione del ritardo e sull’eccessiva sanzione. Piuttosto crediamo che debba essere rivisto e ammodernato l’intero sistema di trasporto pubblico locale. Occorre investire sull’acquisto di nuovi mezzi, più sostenibili anche dal punto di vista ambientale; migliorare e ampliare l’offerta del servizio, soprattutto nelle grandi città, in primis Roma, dove il trasporto pubblico è ai minimi livelli; prevedere maggiori e più efficienti punti di interscambio tra il servizio pubblico comunale e regionale, in modo da rendere la mobilità urbana e extraurbana più efficiente e sostenibile”.
Fra gli aspetti critici, una domanda riguarda appunto il meccanismo di certificazione del ritardo degli autobus. “Se per il trasporto ferroviario gli orari sono enunciati e definiti, così non è per il trasporto pubblico locale – spiega l’Adoc – Come è possibile dimostrare che si è stati effettivamente in attesa per almeno mezz’ora alla fermata?”. Altra domanda da chiarire: cosa si intende per emergenze imprevedibili? A parte gli scioperi e le calamità naturali, definire cosa siano queste emergenze è fondamentale per sapere se si ha diritto al rimborso. Bisogna poi sapere, prosegue l’Adoc, a quanto ammonterebbe il rimborso o il risarcimento per chi ha sottoscritto un abbonamento mensile o annuale. Senza contare che le sanzioni fino a 200 euro “sono sproporzionate rispetto al costo del biglietto, soprattutto alla luce del fatto che l’eventuale rimborso copre solo il prezzo pagato per l’acquisto del titolo di viaggio” e che servirebbero invece maggiori controlli a bordo dei mezzi.
“La Federconsumatori è da sempre contraria a ogni forma di evasione, convenendo che chiunque salga su un mezzo pubblico senza biglietto vada sanzionato. Ci auguriamo, però, che non sia emanata solo una normativa di “buone intenzioni”, che porterebbe ad un’ulteriore caduta di credibilità nei confronti di chi legifera – dice a sua volta Federconsumatori – Sono troppe le questioni che si pongono alla luce del decreto, ad esempio in merito all’esigibilità della multa (persona priva di documenti, indirizzo non corretto, etc.). Auspichiamo che, alla fine, i costi sostenuti per il rispetto della legge non siano superiori all’incasso delle multe: sarebbe veramente drammatico! Non vorremmo anche, che una sanzione che ha circa 200 volte il valore dell’evasione, si presti facilmente a percorsi di anticostituzionalità. Vi sono, inoltre, diversi aspetti da chiarire: le modalità per i rimborsi come saranno espletate? La procedura per ottenere un rimborso di 1,50 euro non sarà talmente farraginosa da rilevarsi anch’essa controproducente? Sono queste le prima osservazioni “a caldo” sulla normativa resa pubblica dagli organi d’informazione. Ci permettiamo di affermare che, prima della stesura della nuova norma, sicuramente sarebbe stato molto interessante ascoltare anche le Associazioni dei Consumatori presenti nel CNCU, le quali, senz’altro, avrebbero condiviso un percorso finalizzato alla lotta all’evasione”.
Per il Movimento Consumatori, invece, ci può essere una svolta a vantaggio degli utenti, perché “il rimborso del biglietto in caso di ritardo superiore ai 30 minuti offre al passeggero danneggiato da un disservizio un primo strumento di tutela nei confronti del gestore, tenuto quindi a garantire puntualità e migliori standard di qualità”. “Esempio virtuoso di applicazione di questa forma di tutela è quello della città di Torino – spiega Marco Gagliardi, responsabile del settore Trasporti MC – dove oltre al rimborso del biglietto di corsa semplice è previsto un indennizzo forfettario e la rilevazione dei ritardi grazie ad un sistema Gps. Auspichiamo che la riforma vada anche in questa direzione tenendo conto però di altri aspetti fondamentali: la qualità del servizio non è determinata solo dalla puntualità, ma anche dalla frequenza e da investimenti adeguati per il parco mezzi che garantiscano efficienza, pulizia e eliminazione delle barriere architettoniche”.