Il telemarketing aggressivo (e il più delle volte lo è) è diventato il nemico numero uno di molti: telefonate moleste, a tutte le ore, con operatori che fanno le offerte più disparate e e spesso insistono fino a sfinire il malcapitato. E questo quando va bene, perché in alcuni casi ci si trova con attivazioni di servizi o forniture mai richiesti, “estorte” ingannando la buona fede di chi è all’altro capo del telefono. Per cercare soluzioni che mettano un freno al fenomeno il Test-Salvagente ha organizzato oggi un convegno sul tema. 
Tanti gli spunti e le provocazioni emerse in occasione del convegno “Telemarketing e attivazioni non richieste: le soluzioni contro il mercato selvaggio” organizzato dal Test-Salvagente, cui hanno partecipato rappresentanti delle Authority (Agcm, Agcom, Aeegsi), del Garante della Privacy, di aziende del settore dell’energia e della telefonia e di alcune Associazioni dei consumatori.
Le sanzioni bastano ad arginare il fenomeno? L’idea comune che è emersa dai vari interventi è che le sanzioni irrogate dalle Authority alle aziende responsabili di pratiche commerciali scorrette non sono sufficienti a bloccarle. Da un punto di vista economico, rappresentano un danno relativo per colossi della telefonia e dell’energia. Resta ancora l’aspetto “reputazionale” – sottolineato da Giovanni Calabrò, dell’Antitrust –  ma non ha un vero effetto deterrente. Il fatto che le attivazione non richieste continuano a verificarsi nonostante le multe, lo dimostra ampiamente.
“Il problema maggiore – secondo Fabrizio Premuti di Konsumer Italia – è trovare un canale di dialogo con le aziende, per stabilire accordi visibili e trasparenti, aperti anche ad altre associazioni dei consumatori, con l’obiettivo comune di applicare le regole a garanzia dei cittadini”.
Ma al di là del rapporto con le aziende, ci si aspetta molto anche dalle Autorità. Quella che sembra adesso maggiormente in ritardo sul campo della tutela del consumatore è l’Autorità del settore energia e gas, l’Aeegsi (presente all’incontro con Cristiano Artizzu). L’Authority, infatti, disattendendo una norma del codice del consumo – secondo cui in caso di fornitura non richiesta il consumatore non deve pagare le bollette del fornitore non voluto – ammette al contrario che la fattura sia onorata.
Cosa inaccettabile secondo Antonio Longo, presidente del Movimento difesa del cittadino: “Le fatture conseguenti ai contratti non richiesti non vanno pagate. Lo dice il codice del Consumo e lo stanno confermando le sempre più numerose sentenze emesse non solo dai giudici di pace ma anche dai giudici dell’appello”. Ma Longo lancia anche un’altra provocazione: “Vorrei vedere un’azienda costituirsi parte civile contro le società di call center truffaldine. Questo sì che sarebbe il segnale di un’inversione di tendenza”.
Sul pieno riconoscimento del diritto di non pagare le bollette del nuovo fornitore non voluto è assolutamente d’accordo Alessandro Notargiovanni di Federconsumatori, che chiede ancora di più: “ricevere un indennizzo dall’azienda che ha estorto il nostro consenso”.
Da questo punto di vista certamente l’Autorità per le comunicazioni è quella che fornisce maggiori garanzie: “Con due recenti delibere, la 519 e 520 del 2015 – ha detto Enrico Maria Cotugno, vicedirettore Tutela dei Consumatori di Agcom – abbiamo dato risposte concrete ai cittadini rafforzando i loro diritti in tema di forniture non richieste. In questi casi, infatti, l’operatore non voluto, non solo non può pretendere il pagamento delle bollette, ma dovrà anche dare un indennizzo al consumatore e rimborsarlo di tutte le spese affrontate per tornare alle condizioni precedenti”.
Se questa è certamente una buona notizia, le tante criticità del sistema restano. A evidenziarle è stato Roberto Lattanzi, del Garante della Privacy, secondo cui “la telefonata che riceviamo a casa da un operatore di call center è solo l’ultimo tassello di una filiera ben più lunga” in cui i problemi sono tanti, dalle poche risorse per far funzionare bene l’ufficio alla scarsa informazione dei cittadini. E le aziende e i call center più aggressivi aggirano le leggi con disinvoltura: “chiamano con numero nascosto, effettuano le telefonate mute o chiamano a ripetizione cittadini iscritti nel Registro delle Opposizioni”.


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1 thought on “Telemarketing, nemico di tanti: i Consumatori chiedono indennizzi

  1. E’ un vero e proprio STALKING cioè persecuzione telefonica che va combattuta con forza e qui dovrebbe intervenire qualche Pubblico Ministero!!! Grazie.

Parliamone ;-)

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