Telefonate indesiderate, AACC chiedono incontro urgente al Garante Privacy
La campagna #nondisturbarmi contro il telemarketing selvaggio ha raggiunto le 10mila firme, ma non si ferma: Unione Nazionale Consumatori, Cittadinanzattiva, Movimento Difesa del Cittadino e Udicon, unite contro le chiamate indesiderate, chiedono un incontro con il Garante della privacy sull’urgente riforma del Registro delle Opposizioni.
In Italia su 115 milioni di linee telefoniche, tra fisse e mobili, solo 13 milioni (11,3%) sono negli elenchi e, di queste, appena l’1,3% (poco più di 1 milione e mezzo) sono iscritte al Registro: ciò dimostra, una volta di più, che è necessario estendere l’iscrizione a tutte le linee, anche quelle private, e rendendolo valido anche per le autorizzazioni date in passato.
La campagna, diffusa sui social attraverso l’hashtag #nondisturbarmi e all’indirizzo http://www.consumatori.it/
Ecco le richieste delle associazioni:
1) Introduzione di un meccanismo di corresponsabilità tra l’azienda che avvia la campagna e il call-center che fa le telefonate (per evitare rimpalli di responsabilità e di dover perseguire piccoli call-center con sede all’estero), prevedendo anche un attività di monitoraggio e di educazione da parte del gestore.
2) Potenziamento del Registro pubblico delle opposizioni, così da ampliarne le prerogative prevedendo la possibilità di iscrivere anche i numeri di cellulare e soprattutto che una volta iscritto il proprio numero, si possano così “cancellare” tutti i precedenti consensi (in modo tale da consentire al cittadino di riprendere il pieno controllo dei propri dati). Sarebbe inoltre preziosa l’istituzione di un Registro per censire le campagne promozionali (con indicazione dell’operatore che lancia la campagna, il periodo di riferimento e i numeri utilizzati per chiamare i consumatori) così da evitare all’utente di dover fare indagini complicate per scoprire chi lo ha disturbato
3) Incentivare gli operatori a gestire meglio i dati in loro possesso: il sistema attuale è costruito in modo tale da disincentivare le buone pratiche. Oggi, infatti, il pagamento alla Fondazione Ugo Bordoni (che si occupa del Registro) è proporzionale all’attività di scrematura dei numeri: tanto più pulisce le liste, tanto più l’azienda deve pagare la Fondazione. Ma in questo modo si disincentivano le imprese a cancellare i numeri (di fatto questi preferiscono pagare le sanzioni), mentre sarebbe meglio stabilire il pagamento in base al fatturato.