Taxi, Ncc e Uber: Antitrust chiede rapida riforma
L’Antitrust chiede una rapida riforma del servizio taxi e noleggio con conducente e una regolamentazione “meno invasiva possibile” per i servizi come Uber Pop. A sottolineare le necessità di una riforma complessiva della mobilità non di linea, regolata da una legge ormai datata, è oggi l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che sollecita un intervento nel settore a garanzia della concorrenza, sulla scia dell’evoluzione del mercato, e per una maggiore offerta di servizi al consumatore.
L’Antitrust ricorda infatti che la legge del settore è ormai vecchia di 25 anni (legge n.21 del 15 gennaio 1992) e che serve dunque una riforma complessiva. In questa ottica l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato a Parlamento e Governo una segnalazione per sottolineare la necessità di mettere la normativa al passo con l’evoluzione del mercato. La strada da seguire per una riforma del settore deve passare, argomenta l’Antitrust, da un alleggerimento della regolazione esistente. “A tal fine – informa l’Autorità in una nota – dovrebbe essere garantita una maggiore flessibilità operativa ai soggetti dotati di licenza taxi e al tempo stesso dovrebbero essere eliminate le disposizioni che limitano su base territoriale l’attività degli operatori NCC. Queste riforme garantirebbero una piena equiparazione dal lato dell’offerta tra gli operatori dotati di licenza taxi e quelli dotati di autorizzazione NCC e faciliterebbe lo sviluppo presso il pubblico di forme di servizio più innovative e benefiche per i consumatori (tipo Uber black e Mytaxi)”.
Non solo. L’Autorità chiede una regolamentazione leggera anche per i servizi come Uber Pop. “ La riforma dovrebbe anche riguardare quella tipologia di servizi che attraverso piattaforme digitali mettono in connessione autisti non professionisti e domanda finale (come il servizio Uber Pop). Tale regolamentazione – tenuto conto dell’esigenza di contemperare la tutela della concorrenza con altri interessi meritevoli di tutela quali la sicurezza stradale e l’incolumità dei passeggeri – dovrebbe essere tuttavia la meno invasiva possibile, limitandosi a prevedere una registrazione delle piattaforme in un registro pubblico e l’individuazione di una serie di requisiti e obblighi per gli autisti e per le piattaforme, anche di natura fiscale”.
Sono misure che estenderebbero subito l’offerta di servizi di mobilità non di linea per i consumatori, e per l’Antitrust avrebbero successo se venissero adottate misure per limitare l’impatto sociale dell’apertura del mercato. “ A beneficio dei tassisti in servizio al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa, – prosegue l’Antitrust – l’Autorità pertanto suggerisce alcune forme di compensazione che potrebbero essere finanziate tramite la costituzione di un Fondo finanziato dai nuovi operatori e dai maggiori introiti derivanti da possibili modifiche del regime fiscale”.